“Questo e’ il giorno piu’ umiliante della mia vita” ha detto Murdoch, ascoltato ieri insieme al figlio James dal Parlamento britannico. Titubante e incerto nelle risposte, torchiato dal parlamentare laburista Tom Watson, il magnate australiano ha confessato di aver chiuso News of the World per essersi “vergognato” di quello che stava succedendo.
“Non sono io responsabile e non so chi ha mentito”: ha detto Murdoch facendo capire di essere estraneo alla vicenda e di essere stato ingannato. “Forse mio figlio conosce le cose piu’ di me”, ha aggiunto, io sono stato informato “solo otto giorni fa”. Un’autodifesa turbata dall’entrata in scena di un aggressore che, avvicinandosi al magnate, gli ha tirato in faccia un piatto di schiuma da barba.
L’incidente ha avuto un seguito con la reazione della moglie di Murdoch, Wendi Deng, che ha colpito sul viso l’uomo, il comico inglese Jonnie Marbles, un’attivista anarchico membro del’associazione Uk Cut che si batte contro la politica fiscale del governo. “La cosa che sto per fare e’ la migliore della mia vita” aveva postato l’uomo poco prima su Twitter.
La seduta, interrotta dall’episodio, e’ poi ripresa. “Mi dispiace – ha continuato a dire Murdoch – abbiamo rovinato il nostro rapporto con il lettori”.
Il primo a intervenire in audizione era stato James Murdoch che ha rinnovato le sue scuse alle vittime e ha spiegato che l’azienda ha ammesso “le sue responsabilita'” e ha avviato “una serie di risarcimenti”. L’audizione si e’ conclusa con la testimonianza di Rebekah Brooks, ex direttore di News International arrestata e poi rilasciata su cauzione, che ha ammesso di aver utilizzato dei detective privati per avere informazioni e si e’ unita al coro di cordoglio per le vittime dello scandalo.
Intanto si fa luce sulla vicenda Hoare. Nessun estraneo e’ stato coinvolto nel decesso di Sean Hoare, il giornalista trovato morto ieri nella sua abitazione a Watford, lo hanno reso noto fonti della polizia britannica, sulla base del rapporto stilato in seguito all’autopsia cui la salma era stata sottoposta in mattinata. Nel documento medico-legale si ribadisce che la morte del 47enne reporter, il quale aveva problemi di alcol e droga, e’ “non sospetta”; e si aggiunge che “nessuna prova” e’ emersa circa un eventuale intervento di terzi.