Lungo e significativo intervento del premier Mario Monti ieri sera a che Che tempo fa’ la trasmissione di Rai 3 condotta da Fabio Fazio. ‘Non occorrono nuove manovre ma altre operazioni’, è l’affermazione d’apertura di Monti che “spero – prosegue il premier – che siamo tranquilli. La tranquillità nelle cose l’abbiamo raggiunta con l’operazione di consolidamento dei conti dello Stato italiano che il governo ha proposto, il Parlamento l’ha approvato e gli italiani molto responsabilmente lo hanno accettato. E’ un’operazione che mette in sicurezza i conti pubblici conseguendo l’obiettivo che non il mio governo ma quello precedente ha accettato e cioè il pareggio di bilancio nel 2013. Dal punto di vista dei conti pubblici non occorrono altre manovre, quello che occorre sono alte operazioni di politiche economica meno indigeste”.
Poi sulle liberalizzazioni: ‘Agiremo su molti fronti’. Già entro gennaio l’Ue chiede un primo pacchetto. Si tratta di fare “diverse cose: creare più spazi per la concorrenza ed il merito in diversi settori. Liberalizzazioni? Si chiamano liberalizzazioni ma può sembrare un termine in parte ideologico: qui si tratta di ridurre quelle protezioni, quei diversi modi in cui ogni categoria in Italia più che in altri Paesi cerca di avvantaggiare chi è incluso nella roccaforte rispetto a chi è fuori”, prosegue il capo del Governo.
“Credo che un certo disarmo multilaterale di tutte le corporazioni possa consentirci di dare più spazio alla concorrenza ed ai giovani”. Afferma Monti.
Sui rapporti con la Merkel. “La Germania – spiega il premier – ha un’opinione pubblica comprensibilmente preoccupata di dover pagare un giorno per comportamenti leggeri di altri paesi in Europa. Il mio sforzo nell’incontro che avrò mercoledì con la Merkel sarà quello di mostrare due cose: primo che l’Italia è ben lungi da tenere comportamenti irresponsabili e contemporaneamente mostrerò alla Merkel che soprattutto la Germania trae benefici dal mercato unico e dall’euro”.
“L’euro non è in crisi, va un po’ giù o su. Ma come moneta non è in crisi: ha mantenuto solidamente il potere d’acquisto rispetto ai beni che compriamo ed il rapporto di cambio con il dollaro”. “Il problema è che nella zona euro un certo numero di Paesi hanno avuto o hanno gravi squilibri nelle finanze pubbliche”.
“Noi” in Europa “non siamo né un singolo Stato né un insieme già completo e compiuti di Stati che si comportano come uno come lo sono gli Usa. Il problema è che questi squilibri” nei conti “sono asimmetrici: quei Paesi che hanno situazioni buone sono inquieti con quelli che le hanno cattive”. Lo afferma il premier Mario Monti intervenendo a ‘Che tempo che fa’ su Rai3.
‘Italia in situazione difficile, ma incoraggiante’, ha affermato Monti. “Gli italiani sono in una situazione difficile ma incoraggiante. Abbiamo un debito pubblico elevato in rapporto al Pil però, negli anni recenti ed in particolare negli ultimi due mesi, il nuovo comportamento del settore pubblico è molto più virtuoso”. “Addirittura, l’equilibrio di bilancio nel 2013, che vuole dire che al netto degli interessi l’Italia avrà un avanzo di bilancio, è qualcosa che nessuno in Europa può dire di avere”.
Poi intervenendo sulla Tobin-Tax, ‘siamo disposti a lavorarci a livello Ue’ .”Il governo Berlusconi – prosegue Monti ospite della trasmissione ‘Che tempo cha fa’ a proposito dell’apertura del governo italiano alla Tobin tax – ha marcato la sua opposizione a questo in sede europea; io ho segnalato invece l’apertura del governo italiano. Siamo disposti a lavorare, ma mai e poi mai solo se questa fosse solo per l’Italia, ma in un fase in cui abbiamo molto interesse ad ottenere la collaborazione stretta con paesi come la Germania e la Francia, perché no? E lo dico non perché io sia stato allievo di Tobin”.
Poi sulle banche: ‘Quello italiano tra i sistemi più stabili’. “La nostra è una crisi di sistema che ha radici lontane, spiega Monti. Ci sono dei cicli e una loro analisi limitata può attribuire ingiustificatamente delle colpe. Il professore fa riferimento agli anni ’80 quando un certo dirigismo frenava i ‘giochi dei mercati’. E in questo quadro, l’Italia ha commesso una certa quantità di errori a causa di questa cultura dirigista. Poi c’è stata una fase di reazione eccessiva con il pendolo che si è spostato troppo da parte.
Un accordo con la Svizzera sui capitali italiani espatriati? “Stiamo guardando a questo argomento” ma “Germania e Gran Bretagna hanno fatto qualcosa che l’Ue non ha gradito: accordi bilaterali”. “In Italia l’hanno chiesto alcuni che dicono: ‘mai più condoni – prosegue il premier – Il mio governo ha detto ‘mai più condoni ed è stato criticato da chi dice mai più condoni”.
“Sono stato il primo quando ero Commissario europeo nel 1999” ad intervenire sull’argomento. “A nome della Commissione europea sono andato a Berna per avviare il primo duro negoziato con la Svizzera perché accettasse di applicare alcuni principi sulla direttiva della tassazione del risparmio e sono stati fatti passi avanti”, spiega il capo del governo. “Se vogliamo gli accordi di Germania e Gran Bretagna sono il risultato ultimo di questo accordo. La pressione sulla Svizzera viene esercitata. La Svizzera non è l’unico Paese al mondo che ha un occhio di riguardo, magari chiuso, sui capitali esteri ma in questi anni la politica nei confronti di questi paradisi fiscali è cambiata. E la Svizzera si è comportata di conseguenza. Non è più come prima”.
Sul lavoro e l’articolo 18. “Il nostro governo ha un atteggiamento mentale è un’agenda specifica. L’atteggiamento mentale è quello di considerare che niente debba essere considerato un tabù tra le forze civili come il sindacato, il mondo produttivo e il governo pensando al futuro del Paese. In questo senso il mio ministro del Lavoro Elsa Fornero aveva citato l’articolo 18”.
“Queste materie sono dominate dal diritto del lavoro e da certi simboli, ora però siamo in una fase in cui c’è un disperato bisogno non di simboli, ma di lavoro non precario. Sarà l’impostazione, con l’accordo dei sindacati, a vedere non solo le enunciazioni di principio, ma gli effetti economici sulla competitività e dei veri e durevoli posti di lavoro”.
‘Rispettare la ricchezza se paga le tasse’. La ricchezza non sia una rendita – ha affermato il premier Mario Monti – e paghi decorosamente i tributi. Vorrei gli italiani più orgogliosi quando sono ricchi e non imbarazzati. Possono restituire parte di questa ricchezza non solo con le tasse ma anche con la filantropia.
“La Rai non è venuta come urgenza numero uno nella mia attività perché ci sono incombenze molto più urgenti. E’ una forza del panorama civile e culturale italiano, è una forza che ha bisogno di passi in avanti. Mi dia qualche settimana e lei vedrà ”. Lo afferma il premier Mario Monti a proposito della privatizzazione della Rai rispondendo ad una domanda di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”.