Milano: un imputato di bancarotta fraudolenta fa strage al palazzo di giustizia. 4 morti, 2 feriti e una domanda che ha dell’incredibile: come è possibile che qualcuno riesca ad entrare armato in un tribunale in Italia e poi anche a scappare?
Milano, un imputato per bancarotta fraudolenta ha fatto una strage all’interno del tribunale, uno dei luoghi che dovrebbero teoricamente essere tra i più sicuri in una città .
La ricostruzione, al momento in cui scriviamo, è ancora frammentaria: pare che lo sparatore assistesse, armato, all’udienza dal banco del pubblico e quando il suo avvocato avrebbe manifestato l’intenzione di rimettere il proprio mandato (o, secondo un’altra versione, quando il Pm stava procedendo ad un interrogatorio di un teste) avrebbe ucciso il suo stesso difensore e uno dei testimoni.
Poi sarebbe entrato nell’ufficio di un altro giudice fallimentare, al piano inferiore, uccidendo anche lui (il giudice era nella lista dei testi per il processo).
Una quarta persona sarebbe morta per un attacco di cuore durante le concitate fasi dell’evacuazione. Ad essi si aggiungerebbero anche altri 2 feriti, di cui uno grave.
Claudio Giardiello, l’omicida, arrestato a Vimercate
Il punto veramente inquietante è, ovviamente, quello legato alla sicurezza. Come un imputato abbia potuto entrare nel tribunale armato. E, ad aggravare le cose, come abbia anche potuto uscirne indisturbato, fino a fuggire in motorino.
Claudio Giardiello, l’assassino, in giudizio per il crack di Eutelia, è stato infatti fermato solo a Vimercate, un’ora e mezza dopo i fatti, mentre palazzo di giustizia era teoricamente “sigillato” dalle forze dell’ordine e si facevano controlli a tappeto su tutte le persone in uscita.
Alcune fonti giornalistiche scrivono che sarebbe riuscito ad uscire dal palazzo di giustizia dopo molto tempo dagli spari, si parla anche di un’ora dopo. Fatto che rende la dinamica del tutto ancora più inquietante.
Enorme problema sicurezza
Chiaramente diventa lampante il problema sicurezza all’interno del tribunale di una città che, per altro, tra poche settimane ospiterà un evento mondiale, con enorme afflusso di visitatori, come Expo.
E, non meno secondario, balza all’occhio l’ulteriore problema relativo alla gestione dell’emergenza. Le prime immagini mostravano grande confusione: poliziotti, carabinieri, alcuni con mitra e pistole in pugno, sanitari, giornalisti, avvocati, personale del palazzo di giustizia, tutti a muoversi all’esterno in una situazione che per lungo tempo è stata molto caotica.
Come ha fatto Giardiello ad entrare armato? O il metal detector all’ingresso non funzionava (come qualche testimonianza riportata dalle agenzie parrebbe sostenere in questi momenti) oppure potrebbe essere entrato dall’accesso riservato agli avvocati, dove non si passa dai controlli di sicurezza ma solo esibendo il tesserino professionale. L’inchiesta della magistratura lo chiarirà .
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