Dopo un attento studio Il professor Yermack, della Stern School of Business alla New York University, ha scoperto che la moda non gira più grazie a campagne pubblicitarie milionarie, con top model e pr. Chi riesce a muovere questo mondo, fatto di lustrini, paillettes e miliardi di dollari è lo stile della moglie del presidente Obama
28 ottobre 2010
Grazie alle analisi del professor Yermack, pubblicate questo mese su Harvard Business Review, è emerso che Michelle ha vestito 29 stilisti diversi in 189 apparizioni pubbliche. Le scelte sono sempre ricadute su case di moda rivolte a un pubblico di fascia media, come ad esempio i guanti di J Crew che indossava il giorno dell’insediamento alla Casa Bianca o l’abito di Azzedine Alaïa per la cena del summit Nato a Baden Baden. La scelta di Michelle sul vestiario ha avuto un impatto senza precedenti sul prezzo delle azioni delle società che li hanno prodotti. L’incremento complessivo per le 29 case di moda è stato di 2,7 miliardi di dollari. “Michelle è molto attraente e non è la solita modella anoressica. Sembra una persona normale, si rivolge a un mercato diverso, fatto di coloro che non si possono permettere gli abiti indossati da Kate Moss, ma si immaginano con quelli di Michelle Obama” ha dichiarato Yermack. La differenza principale tra una testimonial pagata e la moglie del presidente è che “il suo apporto viene dal cuore. Si tratta di un appoggio non corrotto alle case di moda”.