Dopo quasi cinque anni, la liberazione di Ghilad Shalit, il militare israeliano prigioniero dal 2006 nella Striscia di Gaza sotto il controllo di Hamas, dovrebbe essere imminente. Arabi e israeliani hanno raggiunto un accordo, con l’aiuto dell’Egitto che, in cambio del rilascio di Shalit, saranno rilasciati un migliaio di detenuti palestinesi.
Nella notte il governo israeliano, riunito in seduta straordinaria, ha approvato l’accordo con 26 voti a favore e tre contrari. Ad opporsi sono stati Avigdor Lieberman (Esteri) e Uzi Landau (Infrastrutture), del partito Yisrael Beiteinu, e il vice primo ministro, Moshe Yaalon, del Likud. Il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato che Shalit tornerà a casa nei prossimi giorni.
Secondo il testo dell’accordo, votato dal governo, inizialmente verranno rilasciati da Israele 450 detenuti palestinesi, tra i quali 280 condannati all’ergastolo. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz. Centodieci detenuti (55 appartenenti ad Hamas e il resto a Fatah e ad altri gruppi) potranno fare ritorno nelle loro case in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Altri 131 detenuti, molti dei quali membri di Hamas e residenti a Gaza, saranno rilasciati nella Striscia costiera controllata dal loro gruppo; 203 detenuti saranno invece espulsi dalla Cisgiordania: 40 andranno all’estero, gli altri nella Striscia di Gaza.
L’improvvisa accelerazione, dopo mesi di silenzio seguito a numerosi abboccamenti e ipotesi d’intesa svanite in extremis, ha trovato conferma dapprima al Cairo, per essere poi avallata anche da Hamas e dalla convocazione del gabinetto israeliano.
E nella Striscia di Gaza decine di migliaia di persone e attivisti già si riversavano in strada intonando slogan di «vittoria».