Confermata in secondo grado la condanna a Silvio Berlusconi per il caso Mediaset a deciderlo la seconda Corte d’Appello di Milano che ha così condiviso la precedente sentenza emessa lo scorso ottobre dal Tribunale.
Sembra che il Cavaliere si aspettasse questa condanna e che per alcune ore non abbia voluto, conoscendo le sue reazioni al veleno, parlare con nessuno, neanche i suoi più fidati collaboratori di partito, per evitare che qualsiasi sua parola potesse in qualche modo nuocere al governo di larghe intese, unica concreta garanzia per avere la possibilità di incidere oltre che sulla vita politica del paese, anche, su quella della giustizia.
Avanti, quindi, con la strategia della prudenza, strategia che non è stata colta al balzo dai vari esponenti del Pdl che, quasi in contemporanea all’uscita della sentenza, hanno rilasciato dichiarazioni che di prudente avevano poco, accusando i giudici di voler far saltare la “pacificazione” nazionale, di cui Berlusconi è stato artefice.
Nel Pdl esiste, comunque, la consapevolezza che i processi a Berlusconi, sono una bomba a orologeria, prima o poi, destinata a scoppiare. Dopo la sentenza di ieri, ci potrebbe essere quella non meno pericolosa del processo Ruby.
Berlusconi, intanto, applica la “sua” strategia di sempre, cioè quella del consenso popolare e, per domenica prossima e prevista una trasmissione sulle reti Mediaset, dove il Cavaliere racconterà le sue verità .
Nel frattempo, l’ex premier, spera che San Giorgio e la Cassazione, facciano un altro miracolo. Dopo il governo di larghe intese, che ha visto la regia di Giorgio Napolitano che lo ha di fatto rilanciato da protagonista nel quadro politico nazionale, ieri è stato eletto alla presidenza della Corte di Cassazione, che rappresenta l’ultimo grado di giudizio e in grado di ribaltare, in un nanosecondo, la sentenza di ieri, Giorgio Santacroce, amico e frequentatore di cene a casa Previti.
Potrebbe rappresentare la sua salvezza.