Manovra: salta il contributo di solidarietà

manovra30agosto2011
Si rimette mano alle pensioni e salta il contributo di solidarietà che sarà sostituito da nuove misure fiscali. Nessun aumento dell’Iva ma vengono confermati i minori tagli (due miliardi) per gli enti locali, la soppressione delle province e il dimezzamento del numero di parlamentari per via costituzionale. E’ questo l’impianto delle modifiche alla manovra su cui e’ stato trovato l’accordo nel vertice di maggioranza ad Arcore.
Un confronto fiume, durato circa sette ore, al quale hanno preso parte il premier Silvio Berlusconi, il leader della Lega, Umberto Bossi, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, quello dell’Interno, Roberto Maroni, e i capigruppo Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Presenti anche il segretario della Lega lombarda, Giancarlo Giorgetti e il presidente della Commissione Bilancio e il relatore alla manovra, Antonio Azzollini. “Molto bene”, ha commentato Tremonti al termine.
Alla fine la quadra e’ stata trovata e sull’Iva e’ passata la linea del titolare del Tesoro di rinviare l’aumento dell’aliquota alla delega fiscale. Per reperire le risorse necessarie a compensare l’eliminazione della tassa di solidarietà – rimasta per i parlamentari – Pdl e Lega hanno quindi trovato un’altra strada che passa per nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive nonché la riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle coop.
Sul capitolo pensioni – altro fronte delicato nell’asse Pdl-Lega – che sembrava ormai dato per stralciato, il compromesso e’ stato trovato “nel mantenimento dell’attuale regime previdenziale già previsto per coloro che abbiano maturato quarant’anni di contributi con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione”.
Le pensioni verranno quindi calcolate in base agli effettivi anni di lavoro.
Quanto agli enti locali, oltre alla riduzione dei tagli e’ stata annunciata l’attribuzione di maggiori poteri nel contrasto all’evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate. Maroni ha lasciato il vertice per illustrare la proposta di modifica alla delegazione dell’Anci e vi ha poi fatto ritorno. Ma i sindaci, in attesa di “risposte chiare” dal governo, hanno deciso di proseguire la mobilitazione permanente convocando per domani un direttivo straordinario.
Restano comunque salvi dagli accorpamenti i piccoli comuni che dovranno pero’ svolgere “in forma di unione” le funzioni fondamentali.
Previsto anche il mantenimento dei consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri.

Ben tornato!