In Italia dove la parola energia è sinonimo di dipendenza dall’estero, succede anche che, in un periodo di maltempo e grande freddo come quello che stiamo vivendo, si è sovrapposta anche la riduzione di gas proveniente da Russia e Francia. Il governo ha deciso di attivare la fase di emergenza secondo le procedure previste dall’Unione Europea, e di avviare la “messa in esercizio delle centrali elettriche ad olio combustibile, che consentiranno di contenere i consumi di gas a uso termoelettrico”.
Le centrali a olio combustibile chiuse quasi tutte per effetto delle liberalizzazioni, per il loro alto costo di gestione, sopravvivono in numero di tre o quattro in tutta Italia. Ne servirebbero di più soprattutto nell’area padana dove i consumi sono maggiori.
Purtroppo nel nostro paese non sono state previste alternative più efficienti e, tra l’altro, nessuno ha mai obbligato questi impianti a continuare a funzionare. Cosicché, siamo l’unico paese al mondo che dipende in maniera così massiccia dal gas importato per la produzione di energia elettrica.
E mentre, il colosso russo del gas, Gazprom, ha rassicurato l’Italia, spiegando che “il peggio è passato” e a giorni la situazione dovrebbe ritornare alla normalità , il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha detto ieri che “pur se la situazione è sicuramente critica, perché dalla Russia e dalla Francia sono diminuiti i flussi di gas, è comunque ben monitorata”. La situazione energetica preoccupa anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha chiesto al governo di mettere mano alle riserve di gas.