L’agenzia ufficiale iraniana Irna ha dichairato che l’Iran ha effettuato con successo il lancio di prova di un missile balistico a lungo raggio nel corso delle esercitazioni navali che sta compiendo nel Golfo Persico.
Da 10 giorni l’Iran sta conducendo un’esercitazione navale nel Golfo Persico, dopo aver minacciato la chiusura dello Stretto di Hormuz, passaggio obbligato di tutte le rotte petrolifere dal Golfo, in un crescendo di tensione con l’Occidente. In questi giorni Teheran ha annunciato e poi smentito almeno una volta il lancio-test dei suoi missili balistici a lungo raggio – in grado di colpire Israele e le basi Usa – e ieri ha annunciato il collaudo avvenuto di un missile terra-aria.
Dopo giorni di continua sfida con l’Occidente e in seguito alle ulteriori sanzioni economiche americane, Teheran ha messo sul piatto non solo parole ma anche fatti: il lancio di un missile a media gittata vicino allo strategico stretto di Hormuz e l’utilizzo, per alimentare il reattore di ricerca nucleare di Teheran, di una barra di uranio per la prima volta arricchito proprio in Iran. Una dimostrazione di forza fatta nel momento in cui i Paesi occidentali accentuano la pressione sul Paese degli ayatollah. Il missile “ideato e costruito” in Iran – ha spiegato il portavoce delle manovre navali Mahmoud Mousavi – “é dotato della più recente tecnologia volta a colpire obiettivi ‘invisibili’ e sistemi intelligenti che provano a interromperne la traiettoria”. Le manovre navali si concluderanno domani, ha aggiunto Mousavi, con un’esercitazione destinata a testare la capacità iraniana di chiudere lo stretto: “Gran parte delle nostre unità navali si posizionerà in modo tale da rendere impossibile, se Teheran lo riterrà necessario, il transito a qualunque nave”. Gli Usa hanno già definito “irrazionale” un’ipotesi di questo genere la cui attuazione, hanno minacciato, “non sarà tollerata”. Proprio ieri sera il presidente americano Barack Obama aveva promulgato una legge che rafforza le sanzioni finanziarie contro l’Iran, soprattutto contro la Banca Centrale. L’effetto immediato è stato il crollo del valore del rial: il tasso ufficiale di cambio con il dollaro è passato da 11.000 a 16.000 rial. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad è stato costretto a una dichiarazione pubblica. La Banca centrale iraniana reagirà “con forza”, ha detto. Sullo stesso piano la reazione del generale Hossein Salami: “Se gli interessi vitali del nostro Paese saranno minacciati dal nemico, noi risponderemo su vari fronti”. Mentre il presidente della Camera di commercio iraniana Mohammad Nahavandian ha fatto notare che sanzioni “senza precedenti e ingiustificate” provocheranno “perdite reciproche”. Aumento del prezzo del petrolio, in primis.
Da 10 giorni l’Iran sta conducendo un’esercitazione navale nel Golfo Persico, dopo aver minacciato la chiusura dello Stretto di Hormuz, passaggio obbligato di tutte le rotte petrolifere dal Golfo, in un crescendo di tensione con l’Occidente. In questi giorni Teheran ha annunciato e poi smentito almeno una volta il lancio-test dei suoi missili balistici a lungo raggio – in grado di colpire Israele e le basi Usa – e ieri ha annunciato il collaudo avvenuto di un missile terra-aria.
Dopo giorni di continua sfida con l’Occidente e in seguito alle ulteriori sanzioni economiche americane, Teheran ha messo sul piatto non solo parole ma anche fatti: il lancio di un missile a media gittata vicino allo strategico stretto di Hormuz e l’utilizzo, per alimentare il reattore di ricerca nucleare di Teheran, di una barra di uranio per la prima volta arricchito proprio in Iran. Una dimostrazione di forza fatta nel momento in cui i Paesi occidentali accentuano la pressione sul Paese degli ayatollah. Il missile “ideato e costruito” in Iran – ha spiegato il portavoce delle manovre navali Mahmoud Mousavi – “é dotato della più recente tecnologia volta a colpire obiettivi ‘invisibili’ e sistemi intelligenti che provano a interromperne la traiettoria”. Le manovre navali si concluderanno domani, ha aggiunto Mousavi, con un’esercitazione destinata a testare la capacità iraniana di chiudere lo stretto: “Gran parte delle nostre unità navali si posizionerà in modo tale da rendere impossibile, se Teheran lo riterrà necessario, il transito a qualunque nave”. Gli Usa hanno già definito “irrazionale” un’ipotesi di questo genere la cui attuazione, hanno minacciato, “non sarà tollerata”. Proprio ieri sera il presidente americano Barack Obama aveva promulgato una legge che rafforza le sanzioni finanziarie contro l’Iran, soprattutto contro la Banca Centrale. L’effetto immediato è stato il crollo del valore del rial: il tasso ufficiale di cambio con il dollaro è passato da 11.000 a 16.000 rial. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad è stato costretto a una dichiarazione pubblica. La Banca centrale iraniana reagirà “con forza”, ha detto. Sullo stesso piano la reazione del generale Hossein Salami: “Se gli interessi vitali del nostro Paese saranno minacciati dal nemico, noi risponderemo su vari fronti”. Mentre il presidente della Camera di commercio iraniana Mohammad Nahavandian ha fatto notare che sanzioni “senza precedenti e ingiustificate” provocheranno “perdite reciproche”. Aumento del prezzo del petrolio, in primis.