Seconda giornata di consultazioni per il presidente del Consiglio incaricato Mario Monti. Questa mattina andranno a Palazzo Giustianiani le delegazioni dei due principali partiti in parlamento, prima il Partito Democratico, poi il Partito delle Libertà . Dunque è giunto il momento delle decisioni: nel pomeriggio Monti vedrà ancora le parti sociali e delegazioni di “giovani e donne”.
Ad ogni modo, in serata i giochi saranno fatti e Monti saprà se potrà contare o meno su nomi politici nel suo governo – ipotesi improbabile perchè i due principali partiti preferiscono non coinvolgersi in prima persone nell’esecutivo e nel rapporto diretto l’uno con l’altro – e se avrà , più generalmente, l’appoggio che vuole in parlamento e lo spazio di manovra che ha chiesto per le riforme economiche necessarie a risanare i conti, e non solo.
Ieri sera, Monti ha tenuto una conferenza stampa in cui ha spiegato al pubblico i suoi, di paletti. Sacrifici ce ne saranno sì, ma non sarà un governo “lacrime e sangue” ha detto. Tuttavia ha specificato, “Il mio impegno è rivolto a permettere che la politica possa trasformare un momento difficile in vera opportunità con la condivisione di un progetto di speranza, non solo per quanto riguarda l’economia, ma anche sui valori fondanti di una vera comunità civile”.
Dunque, niente restrizioni sul programma, ne sui tempi del governo che deve poter arrivare al 2013: “L’orizzonte temporale in cui il futuro governo si colloca è da oggi alla fine della legislatura. Ovvio che il Parlamento può decidere in qualunque momento che il governo non è più degno della sua fiducia, ammesso che gliela conceda. Se però venisse prefissata una data al di qua dell’orizzonte fissato di fine legislatura, questo toglierebbe credibilità all’orizzonte del governo. E non lo accetterei”, ha concluso.
E’ stato Antonio Di Pietro a sollevare il tema durante l’incontro con Monti. Per il leader di Idv infatti il referendum elettorale, qualora il quesito venisse accolto dalla Consulta, potrebbe segnare la fine del governo di larghe intese. Ma Monti non la pensa così e lo ha spiegato anche alla delegazione di Idv durante il colloquio ieri a palazzo Giustiniani.
Ad ogni modo, in serata i giochi saranno fatti e Monti saprà se potrà contare o meno su nomi politici nel suo governo – ipotesi improbabile perchè i due principali partiti preferiscono non coinvolgersi in prima persone nell’esecutivo e nel rapporto diretto l’uno con l’altro – e se avrà , più generalmente, l’appoggio che vuole in parlamento e lo spazio di manovra che ha chiesto per le riforme economiche necessarie a risanare i conti, e non solo.
Ieri sera, Monti ha tenuto una conferenza stampa in cui ha spiegato al pubblico i suoi, di paletti. Sacrifici ce ne saranno sì, ma non sarà un governo “lacrime e sangue” ha detto. Tuttavia ha specificato, “Il mio impegno è rivolto a permettere che la politica possa trasformare un momento difficile in vera opportunità con la condivisione di un progetto di speranza, non solo per quanto riguarda l’economia, ma anche sui valori fondanti di una vera comunità civile”.
Dunque, niente restrizioni sul programma, ne sui tempi del governo che deve poter arrivare al 2013: “L’orizzonte temporale in cui il futuro governo si colloca è da oggi alla fine della legislatura. Ovvio che il Parlamento può decidere in qualunque momento che il governo non è più degno della sua fiducia, ammesso che gliela conceda. Se però venisse prefissata una data al di qua dell’orizzonte fissato di fine legislatura, questo toglierebbe credibilità all’orizzonte del governo. E non lo accetterei”, ha concluso.
E’ stato Antonio Di Pietro a sollevare il tema durante l’incontro con Monti. Per il leader di Idv infatti il referendum elettorale, qualora il quesito venisse accolto dalla Consulta, potrebbe segnare la fine del governo di larghe intese. Ma Monti non la pensa così e lo ha spiegato anche alla delegazione di Idv durante il colloquio ieri a palazzo Giustiniani.