Mario Monti ottiene la fiducia di palazzo Madama con una maggioranza storica di 281 voti favorevoli, contro 25 ‘no’ dei leghisti e nel suo primo giorno da premier dinanzi al Parlamento mette in chiaro il profilo del suo esecutivo: un governo che lui stesso battezza “di impegno nazionale”, dietro alla cui nascita non ci sono “complotti internazionali o poteri forti o superpotenze”. Un governo, dice, che si basa sulla fiducia che gli ha voluto accordare il presidente della Repubblica, che ha agito per il bene del Paese “con saggezza, perizia e senso dello stato”. Monti ottiene quindi il via libera di tutti i partiti che siedono in Parlamento, esclusa la Lega, ma sul ‘battesimo’ dell’esecutivo si agita l’ombra dello scontro politico e dei calcoli elettorali.
E’ Silvio Berlusconi a far capire, parlando con i senatori e i deputati, che il cammino del Governo non sara’ tutto in discesa. L’ex premier alza i toni, parla di “democrazia sospesa”, di opposizione e stampa “terroriste” e soprattutto minaccia: “Monti durera’ fino a che lo vorremo noi”. La soluzione Monti “ci e’ stata imposta – spiega Berlusconi – con i tempi voluti dal Presidente della Repubblica”. E se anche la fiducia del Pdl al nuovo esecutivo sara’ garantita per il momento, chiarisce Berlusconi, “non sara’ a scatola chiusa”.
Dunque, se ci saranno misure non condivise, la patrimoniale su tutto, il Pdl e’ pronto a staccare la spina. “Nel discorso di Monti c’e’ passione civile e la voglia di unire equita’ e crescita: sosterremo lo sforzo del governo”, scandisce invece Pier Luigi Bersani, spiegando che il Pd fara’ le sue proposte in Parlamento.
Il segretario dei Democratici chiede che “si passi dalle parole ai fatti” e chiede che “in questo anno si riescano a fare le riforme istituzionali e la riforma della legge elettorale”. “Deluso” dalle parole di Monti invece, Nichi Vendola, che sottolinea il cambiamento di “stile” rispetto all’era berlusconiana. Ma aggiunge che “esiste una continuita’ con le politiche conservatrici del governo precedente, in particolare sul lavoro e le pensioni”. Vendola rbadisce la “lealta'” di Sel al Patto di Vasto con Pd e Idv, ma aggiunge: “valuteremo di volta in volta le azioni dell’esecutivo”. E se la Lega ribadisce il suo ‘no’ senza appello, definendo la ricetta del neo premier un’operazione di “macelleria sociale, istituzionale e politica” e’ pieno invece, il sostegno a Monti da parte del Terzo Polo. Pier Ferdinando Casini parla di “formidabile occasione per le forze politiche di seppellire le asce di guerra” e dare vita ad un “armistizio” che consenta alla politica di “riprendere fiato”. Appoggio pieno e “non a termine” da parte dell’Api di Francesco Rutelli, secondo cui il governo e’ in grado di affrontare la crisi economica, di “riaffermare la nostra credibilita’ internazionale e condurre una vera e propria pacificazione nazionale”.
E’ Silvio Berlusconi a far capire, parlando con i senatori e i deputati, che il cammino del Governo non sara’ tutto in discesa. L’ex premier alza i toni, parla di “democrazia sospesa”, di opposizione e stampa “terroriste” e soprattutto minaccia: “Monti durera’ fino a che lo vorremo noi”. La soluzione Monti “ci e’ stata imposta – spiega Berlusconi – con i tempi voluti dal Presidente della Repubblica”. E se anche la fiducia del Pdl al nuovo esecutivo sara’ garantita per il momento, chiarisce Berlusconi, “non sara’ a scatola chiusa”.
Dunque, se ci saranno misure non condivise, la patrimoniale su tutto, il Pdl e’ pronto a staccare la spina. “Nel discorso di Monti c’e’ passione civile e la voglia di unire equita’ e crescita: sosterremo lo sforzo del governo”, scandisce invece Pier Luigi Bersani, spiegando che il Pd fara’ le sue proposte in Parlamento.
Il segretario dei Democratici chiede che “si passi dalle parole ai fatti” e chiede che “in questo anno si riescano a fare le riforme istituzionali e la riforma della legge elettorale”. “Deluso” dalle parole di Monti invece, Nichi Vendola, che sottolinea il cambiamento di “stile” rispetto all’era berlusconiana. Ma aggiunge che “esiste una continuita’ con le politiche conservatrici del governo precedente, in particolare sul lavoro e le pensioni”. Vendola rbadisce la “lealta'” di Sel al Patto di Vasto con Pd e Idv, ma aggiunge: “valuteremo di volta in volta le azioni dell’esecutivo”. E se la Lega ribadisce il suo ‘no’ senza appello, definendo la ricetta del neo premier un’operazione di “macelleria sociale, istituzionale e politica” e’ pieno invece, il sostegno a Monti da parte del Terzo Polo. Pier Ferdinando Casini parla di “formidabile occasione per le forze politiche di seppellire le asce di guerra” e dare vita ad un “armistizio” che consenta alla politica di “riprendere fiato”. Appoggio pieno e “non a termine” da parte dell’Api di Francesco Rutelli, secondo cui il governo e’ in grado di affrontare la crisi economica, di “riaffermare la nostra credibilita’ internazionale e condurre una vera e propria pacificazione nazionale”.