Nuove minacce Isis contro l’occidente e Roma. Al Baghdadi non è morto e rilancia la guerra santa. Dobbiamo preoccuparci?
Isis torna a minacciare l’occidente e fa espliciti riferimenti anche all’Italia e alla capitale della cristianità Roma. Nei giorni scorsi, dopo uno dei tanti radi statunitensi nella zona, si era persino ventilata l’ipotesi che l’autoproclamatosi sceicco al Baghdadi era rimasto ucciso. Poi si era parlato di un semplice ferimento, ora in Rete è apparso un lungo audio di quasi 20 minuti dove parrebbe appurato che a parlare sia proprio al Baghdadi.
L’audio di Baghdadi: ci fermeremo solo dopo aver preso Roma
Non è la prima volta che si fa riferimento esplicito all’Italia. Vi avevamo già parlato in passato delle minacce contenute nella rivista Daquib. Nel suo ultimo audio Baghdadi persegue essenzialmente due obiettivi: mostra di essere vivo e saldamente alla guida delle milizie dello stato islamico del levante e rilancia la lotta non solo nei territori del Medio Oriente ma a livello globale. Il richiamo a Roma è più simbolico che “geografico”. Roma è l’occidente crociato, Roma sono tutti i Paesi dove le seconde, terze generazioni di migrando vivono e che guardano all’Islam, anche radicale, come una sorta di riscatto personale e collettivo.
Alleanza in Siria al Quaeda-Isis?
Sul campo in Siria la situazione è estremamente complicata. Truppe fedeli al presidente Assad, milizie vicine ad al Quaeda, truppe dell’Isis, truppe dell’Els (l’esercito siriano libero, quello a cui guardano gli Usa per una transazione “moderata” per un eventuale dopo Assad) più una miriade di altri gruppuscoli che spesso si confondono con la criminalità locale. Il rischio maggiore è che le milizie quietiste e quelle dell’Isis, che sostanzialmente fino ad oggi hanno lottato separatamente, conducano una guerra insieme.
Libia, Egitto: la guerra dell’Isis si sta espandendo?
Più preoccupante è probabilmente la situazione nel nord Africa, in particolare in Libia. Non solo per i nostri interessi economici in zona, con conseguenti rischi di rapimenti di connazionali, ma anche sul fronte del problema dell’immigrazione clandestina da terre ormai senza controllo e nell’anarchia delle lotte tra le milizie. In Libia è stato diffuso un video con una decapitazione di un soldato fedele all’esercito del fu parlamento di Tobruk (a sua volta destituito). In Egitto pare che una parte del gruppo