“Schiavizzeremo le vostre donne” questa una delle minacce dello Stato Islamico all’Occidente. Ma cosa pensano delle donne questi spietati estremisti? Promettono vergini in paradiso, stuprano le donne cristiane, ma di fronte alle donne soldato curde voltano le spalle… Perché?
Quella che per ora, per le donne occidentali, è una semplice minaccia, per molte altre donne è già una terribile realtà: sono migliaia le donne uccise, violentate, rapite e sfruttate dallo Stato Islamico. Come rivelato anche da diversi ex appartenenti alle milizie dell’Isis, durante l’addestramento e il jihad (guerra santa) ai combattenti è permesso avere rapporti sessuali – ovviamente anche non consenzienti – con le prigioniere, donne che spesso vengono rapite appositamente per questo scopo, diventando delle vere e proprie “schiave del sesso”.
Ma ci sono anche donne musulmane che volontariamente si offrono per i jihadisti per “alleviare le loro sofferenze”, per supportare la causa dello Stato Islamico.
Dunque ai jihadisti dell’Isis non solo vengono promesse le 72 vergini in paradiso, ma per motivare i combattenti si lascia libero sfogo – e anzi si incoraggia – ogni tipo di pulsione sessuale, di solito repressa. Nel caso dell’Isis, contrariamente ad altri gruppi estremisti islamici, il sesso ha un ruolo centrale, ed è di fatto una delle armi del gruppo estremista. Le donne considerate “infedeli”, ad esempio le cristiane e yazide, devono essere stuprate senza battere ciglio.
Ma allo stesso tempo, di fronte alle donne soldato curde – le guerriere peshmerga – gli uomini dello Stato Islamico si fermano e fanno marcia indietro, evitando così ogni genere di scontro. Perché? La motivazione sembrerebbe questa: sono convinti che venire uccisi da una donna farebbe perdere il diritto al paradiso e quindi alle 72 vergini. Questo perché la donna è vista come impura e inferiore ed essere battuti da una donna soldato è la peggiore delle umiliazioni.