Il Telegraph in un articolo ispirato da informazioni riservate provenienti direttamente dall’Iran annuncia in un articolo che il paese si starebbe preparando alla guerra. Infatti la Guardia rivoluzionaria iraniana ha innalzato il suo stato di allerta per il timore di un attacco militare da parte di Stati Uniti o Israele. Teheran avrebbe infatti iniziato a posizionare missili a lungo raggio, esplosivi, artiglieria e unità di guardia in punti strategici per la difesa del Paese.
Teheran teme che il Paese possa essere obiettivo di un attacco dell’intelligence occidentale, volto a distruggere siti cruciali della sua infrastruttura nucleare, anche se il capo del Pentagono, Leon Panetta, ha dichiarato di recente che un raid contro Teheran rischierebbe di innescare “un’escalation che potrebbe trascinare il Medio Oriente in un conflitto di cui poi potremmo pentirci”.
Dichiarazioni che non rassicurano la leadership iraniana, “che teme molto di essere presa di mira da una attacco militare a sorpresa, sia da parte israeliana che americana, per questo motivo, stanno prendendo tutte le misure necessarie per difendersi in modo appropriato in caso di attacco”.
Sarebbe stata la stessa guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, a inviare una direttiva ai comandanti di esercito, intelligence e sicurezza per ordinare l’adozione di tutte le misure necessarie per proteggere il regime.
Tuttavia sono le continue esplosioni avvenute in Iran negli ultimi due anni in siti militari e nucleari ad alimentare il sospetto di Teheran: dalla deflagrazione in una base che ospitava missili a medio raggio, avvenuta nell’ottobre 2010, fino a quella del 28 novembre scorso al sito nucleare iraniano di Isfahan. “Sembra un tipo di guerra da XXI secolo – ha detto al Los Angeles Times Patrick Clawson, del Washington Institute for Near East Policy – sembra sia in atto una campagna di omicidi e di cyber guerra, così come una campagna di sabotaggio”.
Teheran teme che il Paese possa essere obiettivo di un attacco dell’intelligence occidentale, volto a distruggere siti cruciali della sua infrastruttura nucleare, anche se il capo del Pentagono, Leon Panetta, ha dichiarato di recente che un raid contro Teheran rischierebbe di innescare “un’escalation che potrebbe trascinare il Medio Oriente in un conflitto di cui poi potremmo pentirci”.
Dichiarazioni che non rassicurano la leadership iraniana, “che teme molto di essere presa di mira da una attacco militare a sorpresa, sia da parte israeliana che americana, per questo motivo, stanno prendendo tutte le misure necessarie per difendersi in modo appropriato in caso di attacco”.
Sarebbe stata la stessa guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, a inviare una direttiva ai comandanti di esercito, intelligence e sicurezza per ordinare l’adozione di tutte le misure necessarie per proteggere il regime.
Tuttavia sono le continue esplosioni avvenute in Iran negli ultimi due anni in siti militari e nucleari ad alimentare il sospetto di Teheran: dalla deflagrazione in una base che ospitava missili a medio raggio, avvenuta nell’ottobre 2010, fino a quella del 28 novembre scorso al sito nucleare iraniano di Isfahan. “Sembra un tipo di guerra da XXI secolo – ha detto al Los Angeles Times Patrick Clawson, del Washington Institute for Near East Policy – sembra sia in atto una campagna di omicidi e di cyber guerra, così come una campagna di sabotaggio”.