Proprio ieri, ho scoperto che esiste una “cosa” chiamata personal shopper.
Per noi maschietti è un concetto veramente astratto, tanto che ho dovuto faticare molto per cercare di capire di che diabolico aggeggio si trattasse.
Allora mi sono fatto aiutare da Wikipedia ed ho scoperto che il “personal shopper” è una persona, generalmente una donna (ahhh…), che dietro pagamento aiuta altre persone, generalmente donne (e due!), a scegliere e a comprare capi d’abbigliamento, oggetti vari ed altro. Insomma: tutte le signore indecise, quindi tutte, si affidano a questa esperta che consiglia, accompagna, acquista e serve ben bene il proprio conto.
Vi rendete conto dell’assurdità ?
E come facciamo noi maschietti a litigare quando volete a tutti i costi farvi accompagnare a guardare le vetrine ? ……… Mica possiamo litigare con la personal shopper, che magari, poi, ci presenta pure il conto…
“Dunque… se vuole solo discutere sono 100 euro; aggiungendo anche qualche parolaccia arriviamo a 250, ma se vuole proprio la scenata non posso fare meno di 500… e giusto perché è lei, eh?“
Già vedo la fine del sottile piacere di ascoltare la partita con la radiolina rubata a nonno Gustavo perché voi avete deciso di andare all’inaugurazione del nuovo Centro Commerciale proprio durante il pranzo domenicale di famiglia.
E’ nell’aria il termine dei ricatti morali conquistati dopo anni di battaglie che ci permettevano di ottenere almeno due coccole in cambio di una domenica in giro per negozi.
Sono in dirittura d’arrivo i meravigliosi lunedì in ufficio a lamentarsi con i colleghi per il week-end di fuoco trascorso a girare da un outlet ad un altro. No, ragazze. Questa proprio no!
Toglieteci tutto, anche il nostro Breil, ma per favore non affidatevi ad una personal shopper. Anche perché, capite da sole (come le tende…), che spendereste un sacco di soldi in più che potreste invece re-investire appena aprono un nuovo Centro Commerciale!