La paura di un incidente atomico in Giappone spinge l’Europa a rivedere la propria strategia sul nucleare. La prima a muoversi è stata la Germania che, con i suoi 17 impianti, soddisfa il 23% del proprio fabbisogno energetico interno, con la decisione presa dal cancelliere Angela Merkel di chiudere per 3 mesi i sette impianti nucleari entrati in funzione «prima del 1980». Anche la Francia, che ospita ben 58 reattori dei 153 attivi in Europa, ha annunciato per i prossimi giorni «una riunione di crisi» sul tema della sicurezza nucleare e un piano di controllo di «tutte le centrali» del Paese. Tutta l’Europa è in allarme per le notizie preoccupanti che arrivano da Tokyo. I responsabili delle agenzie nucleari europee, riuniti a Bruxelles il 15 marzo, hanno deciso di effettuare test di resistenza sulle centrali del vecchio continente, per verificare se gli impianti siano davvero in grado di resistere a eventi straordinari come terremoti, tsunami e attacchi terroristici. 
L’annuncio è stato dato dal commissario europeo per l’energia, Guether Oettinger, che ha convocato la riunione chiedendo ai suoi colleghi europei se non è arrivato il momento di pensare a un futuro senza energia atomica per tutto il continente.
 Dichiarando in tv: «Quando un grande Stato membro come la Germania rivede la sua politica sul nucleare, questo può avere conseguenze a livello europeo».
 Ma mentre l’Europa si ferma e riflette, l’Italia avanza a muso duro. Dopo le dichiarazioni della Prestigiacomo, nota esperta del settore, il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha dichiarato: «Tutti i Paesi europei hanno centrali, il 19% dell’energia che consumiamo in Italia è prodotta dal nucleare, è inimmaginabile tornare indietro su un percorso già attivato». 
Intanto, è slittato l’esame del decreto legislativo che definisce i criteri per l’avvio di centrali nucleari in Italia, accontentando i vari amministratori locali che esprimono dubbi sul nucleare a cominciare dal governatore del Veneto, Zaia che dichiara: «Non ho nulla da nascondere e l’ho scritto anche in un libro. Il Veneto non ha le caratteristiche necessarie per ospitare una centrale nucleare, per cui è inutile che i comitati perdano tempo a protestare: fino a quando ci sono io dico no a questa ipotesi». Nichi Vendola, ha definito la corsa atomica una scelta «pericolosa e violenta». 
Anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, si è mostrato scettico sull’opzione nucleare. «Qualcosa non funziona e questa grande sicurezza forse non c’è». A giugno è previsto il nuovo referendum sul nucleare e, un sondaggio fatto nelle ultime 48 ore dall’istituto IPSOS, mostra che il 66% degli italiani è contrario all’installazione di centrali atomiche sul territorio nazionale, un dato che va al di là degli schieramenti politici. Sembra che gli italiani vogliano dire: “Che l’Italia, abbia grossi problemi energetici dovuti alla dipendenza dall’estero rispetto all’acquisto delle materie prime, petrolio in primis, è un fatto risaputo. Che le centrali nucleari, possano essere la soluzione a questo problema è tutto da dimostrare”.
di Redazione Donnesulweb
16 marzo 2011
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Anche io sono contraria al nucleare, soprattutto in un paese a fortissimo rischio sismico come l’Italia! Ma purtroppo noi non abbiamo la Merkel al governo…
io sono sempre stata anti-nucleare e dopo la tragedia del Giappone lo sono ancora di più!