1,4 miliardi persone che vivono in condizioni di estrema povertà (con meno di 1,25 dollari al giorno), di cui un miliardo vive nelle zone rurali. E’ quanto emerge dal Rapporto 2011 sullo sullo stato della povertà rurale, che verrà presentato oggi a Londra dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), in occasione della conferenza sulla sicurezza alimentare in programma a Chatham House.
A fronte di un così alto numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà , “il tasso di povertà rurale è in calo ovunque, soprattutto nell’Asia orientale e in particolare in Cina”, sottolinea ad Apcom il responsabile Ifad che ha supervisionato la stesura del Rapporto. E’ l’Asia meridionale la regione con il più alto numero di poveri nelle zone rurali, pari a 500 milioni, seguita dall’Africa sub-sahariana, con oltre 300 milioni. Proprio nell’Africa sub-sahariana “oltre il 60% della popolazione rurale vive ancora con meno di 1,25 dollaro al giorno e, sebbene il tasso percentuale abbia registrato un lieve calo negli ultimi 10 anni, il numero dei poveri delle zone rurali continua a crescere, superando oggi i 300 milioni”, sottolinea Heinemann. “I Paesi in via di sviluppo rimangono più rurali che urbani – precisa Heinemann – circa il 55% della popolazione (3,1 miliardi di persone) vive nelle zone rurali. Tuttavia, entro il 2020-2025, ci saranno due grandi cambiamenti: il numero delle persone che vivono nelle zone rurali diminuirà e la popolazione urbana supererà quella rurale”. Per ridurre la povertà rurale occorre sostenere la crescita economica, afferma Heinemann, “ma da sola quest’ultima non garantisce una riduzione della povertà ”. “Noi sappiamo che la crescita agricola riesce a ridurre la povertà più di quanto faccia la crescita derivata da altri settori”.
6 dicembre 2010
Il problema vero è che questi paesi vengono sfruttati senza che la popolazione ci guadagni realmente… è normale che in questo modo ci siano più di un miliardo di persone che muoiono letteralmente di fame…