Le elezioni di mid-term 2014 hanno segnato una durissima sconfitta per il partito democratico. Cosa cambia negli Stati Uniti e quali sono le conseguenze per Italia ed Europa?
Le elezioni di mid term 2014 in America hanno segnato una profonda disfatta per il presidente Obama e in generale per il partito democratico. Dopo questo turno di votazioni entrambi i rami del parlamento, Camera e Senato, saranno a maggioranza repubblicana, e se per quanto riguarda la Camera la cosa era sostanzialmente prevista da tutti gli analisti, la sorpresa è stato il Senato, dove 7 seggi hanno cambiato bandiera spostando così la maggioranza a 52 (su 100) per i repubblicani.
Come funziona il parlamento USA
Il sistema americano è presidenziale. Al presidente spetta il potere esecutivo (è anche capo delle forze armate e ha ampi poteri in politica estera e di sicurezza interna, inoltre può emanare raccomandazioni al parlamento per leggi che ritiene necessarie e a sua volta propone molti, la gran parte, dei disegni di legge poi discussi dalle due camere) mentre a Camera e Senato quello legislativo. Il presidente degli Stati Uniti ha potere di veto su molte materie, veto che può decadere solamente in presenza di ampia maggioranza in Parlamento.
Al parlamento spetta il potere legislativo: esso si divide in Camera dei rappresentanti (435 deputati), eletti su base proporzionale alla popolazione di ogni stato, e il Senato, dove ogni stato invia 2 senatori (per un totale quindi di 100 senatori).
Durante le elezioni di metà mandato (mid-term) si rinnova interamente la Camera e un terzo del senato (votazione per 33 o 34 seggi): le elezioni si tengono sempre 2 anni dopo quelle presidenziali a inizio novembre.
Presidente democratico, parlamento repubblicano, cosa significa?
Il presidente Obama si trova ora di fronte un Senato con maggioranza risicata (2 senatori) repubblicana e una Camera con ampia maggioranza del Great Old Party.
Che cosa significa questo in termini pratici? Sostanzialmente gli ultimi 2 anni di amministrazione Obama saranno necessariamente all’insegna del compromesso con il partito rivale. La debolezza parlamentare dei democratici avrà incidenza anche sull’azione personale del presidente. Se nel recente passato è stato complicatissimo approvare non solo riforme epocali come quella della sanità, ma anche banalmente il bilancio annuale dell’unione, in questi due anni andrà ancora peggio. Un concreto rischio paralisi istituzionale, parzialmente contenuto dal fatto che nei repubblicani hanno trionfato i rappresentanti dell’ala più “moderata” rispetto al più agguerrito Tea Party.
Per noi europei questa situazione diventa complicata visto che ci sono svariate materie di interesse globale che dipenderanno dagli accordi che si riusciranno a trovare negli Usa, in primis l’accordo di libero commercio Usa-Europa, attualmente in discussione, ma anche la politica militare (si parla già di intervento più forte in Iraq).
Cosa accadrà alle elezioni presidenziali 2016?
Il presidente Obama terminato il doppio mandato non si ricandiderà. Per i democratici pare quasi scontata la vittoria alle primarie di Hillary Clinton che però a sua volta esce con le gambe rotte da queste elezioni, essendosi molto (e inutilmente, visto il risultato) impegnata negli ultimi 2 mesi (mentre il presidente Obama è rimasto molto “coperto”).
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Le presidenziali sono sempre un’altra cosa rispetto alle elezioni legislative. L’elettorato tradizionalmente più vicino ai democratici, neri, ispanici, donne, che a questa tornata ha spesso optato per l’astensione dal voto, è più probabile che torni a far sentire il proprio peso. Molto dipenderà anche dalla forza del candidato repubblicano (diciamo che Mitt Romney non fu esattamente un competitor fortissimo alle ultime presidenziali).
Candidati più probabili di parte repubblicana: Jeb Bush (e sarebbe il terzo presidente della famiglia Bush), il governatore del New Jersey Chris Christie, il senatore della Florida Marc Rubio. Se dovessimo scommettere un Euro (anzi un dollaro) sulla lotta alle presidenziali 2016 diremmo Hillary Clinton-Chris Christie e lo scontro sarebbe veramente alla pari. Nostra previsione: vittoria di Christie.
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