Le elezioni presidenziali in Francia, tra scandali e sondaggi e Macron forse a un passo della vittoria. Il punto della situazione, sondaggi e i 3 possibili scenari. Da parigi, Sara Rania.
A poco più di un mese dalle elezioni francesi il panorama politico d’oltralpe appare sempre più torbido. Se la sinistra arranca dividendosi tra un candidato che non suscita particolari ardori (Benoit Hamon) ed un Jean-Luc Mélenchon (più estremo e agguerrito, ma poco amato), destra ed estrema destra sono sommerse dagli scandali. In questo scenario articolato emerge sempre più la figura di Emmanuel Macron, probabilmente ad un passo dall’Eliseo.
Un’elezione costellata di scandali
In ogni caso si tratta di una campagna elettorale costellata di scandali, che ricorda sempre di più le elezioni americane delllo scorso 2016.
Ben due candidati alla presidenza sono stati coinvolti in affari decisamente poco edificanti.
Primo tra tutti il ‘Pénélope Gate’, che ha gettato su François Fillon (delfino della destra) una lunga serie di sospetti legati all’impiego fittizio della consorte Pénélope Fillon. Un’ondata oscura responsabile della drastica riduzione delle possibilità di successo del partito Le Républicains, che cominciava appena a riprendersi dalla (per molti solo apparente) fine dell’era Nicolas Sarkozy.
Non esce indenne neanche Marine Le Pen, pizzicata nel vivo del suo mandato da deputato europeo con un’inchiesta che ha portato sotto i riflettori un possibile utilizzo di fondi UE per la remunerazione di due assistenti, le cui funzioni sarebbero state impiegate a beneficio delle attività della presidente del Front National. Eppure la notorietà della candidata dell’estrema destra non sembra affievolirsi e gran parte dei sondaggi sostiene il peso crescente del suo partito.
Lo stesso Emmanuel Macron è stato oggetto di alcuni sospetti di utilizzo indebito dei fondi pubblici per scopi di promozione personale, durante il suo mandato di ministro dell’economia del governo Hollande, ma l’affaire non ha avuto un’eco particolare e si è rapidamente spento.
Se c’è chi potrebbe invocare l’azione esemplare della potente ‘macchina del fango’, più volte citata da Roberto Saviano (fino a prova contraria vige rigorosamente la presunzione d’innocenza) ciò non toglie che le elezioni presidenziali francesi 2017 si annunciano particolarmente polemiche.
I possibili scenari al secondo turno
Possibilità n°1: Marine Le Pen VS Emmanuel Macron
Si consolida la possibilità di un secondo turno caratterizzato da un faccia a faccia tra Marine Le Pen e Emmanuel Macron. Un vero e proprio ‘duello ideologico’ tra modelli internazionali. Al centro della questione gli assetti della Francia sullo scenario europeo e mondiale, ma anche l’equilibrio del parlamento in vista delle prossime elezioni legislative previste a metà giugno.
Il ruolo del paese in Europa potrebbe infatti essere radicalmente ridimensionato dalla vittoria di una delle più acute oppositrici alla politica comunitaria come Marine Le Pen, mentre la vittoria di Macron manterrebbe salda la linea di sostegno alle politiche europee che ha già caratterizzato il governo Hollande. Due opzioni che riguardano da vicino il destino dell’intera compagine europea. Italia compresa.
Possibilità n°2: Marine Le Pen VS Benoit Hamont
Scenario che potrebbe consolidarsi se l’alleanza dei partiti di sinistra si completa intorno al candidato ufficiale, minimizzando le sirene che spingono verso Macron ed il cosiddetto ‘voto utile’. In ogni caso il caso ‘lo spettro’ di Jean-Luc Mélenchon aleggia sulla gauche. Uno schieramento di François Hollande (primo presidente uscente della quinta repubblica che ha rinunciato a candidarsi ad un secondo mandato presidenziale) potrebbe far pendere un po’ più la bilancia a sinistra, ma la cosa non è scontata visti i burrascosi trascorsi con l’ex-ministro Benoit Hamon.
 Possibilità n°3: Marine Le Pen VS François Fillon
Opzione completamente a destra, che merita di essere evocata in virtù della cristallizzazione della tradizionale opposizione destra contro sinistra. In questo caso anche gli elettori della sinistra moderata potrebbero votare per François Fillon per arginare le derive estremiste, ripetendo (probabilmente in misura minore) l’opposizione repubblicana che aveva ostacolato l’elezione di Jean-Marie Le Pen nel 2002, preferendogli il ‘più mite’ Jacques Chirac.