Il centro Studi Donne e Qualità della Vita, ha monitorato 4 mila casalinghe in tutta Europa, fra le quali 700 italiane, per conoscere la loro qualità di vita. Proprio le italiane sono risultate, da questa indagine, le più insoddisfatte, con un tasso di insoddisfazione del 76%, pronte a lasciare il proprio paese se solo potessero, aiutate magari da una vincita al Superenalotto o da un altro evento miracoloso. Seguono le spagnole 63%, le francesi 57%, le inglesi 51% e le tedesche 47%.
La prima ragione dell’insoddisfazione è dovuta alla situazione economica, motivo di grande preoccupazione per il 46% delle intervistate. Subito dopo, l’assenza di sostegno alla famiglia, indicata come causa di malcontento profondo dal 24% del campione. Crolla anche il mito del partner italiano che aiuta in casa: le donne italiane si sentono sole nell’affrontare i problemi del focolare nel 18% dei casi. Gli ostacoli maggiormente percepiti dalle casalinghe italiane sono infatti il carovita per il 27%, la mancanza di asili 23%, lo scarso sostegno della sanità 21%, la mancanza di dialogo con il partner 17% e l’insoddisfazione da lavoro precario per l’11% delle intervistate. Ultimo dato che emerge dal sondaggio: una casalinga su due non si risposerebbe e due su tre non farebbero più figli.
La conclusione del sondaggio è che una casalinga italiana su due lascerebbe senza problemi il proprio paese se solo potesse per rifugiarsi nei paradisi tropicali come Maldive, Hawaii e Mauritius che rappresentano il sogno per il 38% delle intervistate, ma anche i paesi del Nord Europa sono nella lista dei desiderati, la Danimarca 14%, Svezia 9% e Norvegia 8%, soprattutto perchè il ruolo della donna è più tutelato. C’è chi sente il fascino della Spagna 6% o della Grecia 3%, dove il costo della vita è meno oneroso e si vive bene anche con uno stipendio più basso. Ben l’11% fuggirebbe negli Stati Uniti, magari per raggiungere parenti lontani.
Un buon 24% delle intervistate farebbe scelte diverse se potesse tornare indietro nel tempo, mentre un 18% ritiene come unica soluzione un intervento del governo. Infine un 5%, ormai rassegnato, è convinto che la situazione migliorerà da sola senza intervenire.
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