Una vincita che suo malgrado non ha potuto incassare poiche’ la titolare della ricevitoria in cui fu effettuata la giocata smarri’ la matrice della schedina. A distanza di oltre 30 anni e dopo un’infinita serie di processi, Martino Scialpi di Martina Franca, in provincia di Taranto, si e’ visto riconoscere dal Tribunale civile di Roma il diritto a riscuotere quella vincita. Il giudice Sacco, riporta l’agenzia specializzata Agicos, in base all’art. 186 ter del codice di procedura civile, ha disposto un’ingiunzione di pagamento di 2 milioni e 344mila euro nei confronti del Coni, che dovra’ adempiere all’ordinanza, immediatamente esecutiva. Il giudice ha respinto le eccezioni dei legali del Coni, osservando che “l’imprescrittibilita’ dell’azione di nullita’ si estende alla conseguente e correlata azione di adempimento”, che Scialpi ha “comunque compiuto innumerevoli atti idonei a interrompere la prescrizione” e che “risulta infondata” l’obiezione “di carenza di passiva legittimazione”. Ma il Coni ancora replica: “Ci vorra’ il giudizio di appello”.