Un bambino di dieci anni, disabile mentale, non ha ricevuto la prima comunione perche’ il parroco non lo ritiene in grado di intendere e di volere, e dunque di capire il mistero dell’Eucarestia. Un caso accaduto E’ giovedi’ scorso a Comacchio, e che ha scatenato subito scatenato, dividendo anche i parrocchiani tra favorevoli e contrari alla scelta del sacerdote.
Antonio Marziale sociologo e presidente dell’Osservatorio dei diritti sui minori, consulente della Commissione parlamentare dell’Infanzia, ha assunto una dura posizione dichiarando quanto segue: “denuncia uno stato di oscurantismo culturale degno del peggior medioevo. Il sacerdote, negando al piccolo la comunione – dice Marziale- ha leso la sua dignita’ di persona. Ancora piu’ incredibile -prosegue- risulta essere la motivazione addotta dal Vicario della diocesi, a parere del quale per ricevere il sacramento si dovrebbe essere capaci di distinguere il pane dall’ostia. Credevo che il Sacramento -seguita Marziale- fosse vincolato ad uno stato di grazia e purezza piu’ che ad un test psico-attitudinale, rispetto al quale i preti non sono certo abilitati. Soltanto una revisione del sacerdote e di chi ne ha preso le difese -conclude il sociologo- potrebbe riconciliare la Chiesa con la civilta’, anche cristianamente, compiuta”.