A palazzo Madama entro quindici giorni bisognerĂ definire il percorso delle misure anti-crisi, ha annunciato Silvio Berlusconi al G20, ribadendo che l’esecutivo mettera’ la fiducia. Ma anche al Senato, come alla Camera, il governo questa volta rischia grosso, visto che il gruppo dei pisaniani, spiega uno degli ‘scontenti’ del Pdl, si sta ampliando. C’e’ chi parla di alcuni senatori piemontesi in contatto con Luca Cordero Montezemolo, altri invece sono tentati dall’Udc. “Al momento siamo piĂ¹ di dieci”, viene ribadito.
Sul maxiemendamento i senatori ‘ribelli’ potrebbero non far mancare il proprio voto. Ma intanto preparano il ‘big bang’. L’arma è quella della fiducia condizionata: ovvero – questa la ‘richiesta’ che verrĂ avanzata al Cavaliere – per ottenere il via libera sulle misure Berlusconi dovrebbe annunciare le dimissioni in Aula, aprire ad un esecutivo guidato da Letta, oppure ad un nome concordato con il Terzo Polo. Al di la’ dei numeri in ballo si tratterebbe di un gesto politico forte.
Un’altra ipotesi e’ quella di astenersi (al Senato l’astensione equivale al voto contrario) Grandi manovre anche a Montecitorio: Bonciani e D’Ippolito sono passati all’Udc, ma per il Pdl c’e’ il rischio di perdere altri pezzi per strada. Fonti parlamentari di via dell’UmiltĂ riferiscono di un malessere crescente da parte di diversi esponenti, di possibili fuoriuscite nei prossimi giorni. Scajola per il momento non si muove.
Il primo banco di prova ci sarĂ martedì quando in Aula arriverĂ il rendiconto generale dello Stato. I ‘frondisti’, perĂ², assicurano che non è questa l’occasione per votare contro il governo. La strada e’ quello dell’astensione, uno strumento che permettera’ anche di contarsi. Chi si e’ esposto e’ pronto a costituire un gruppo parlamentare all’interno del gruppo misto.
Alla Camera, comunque, la maggioranza non puĂ² contare piĂ¹ su 316 voti.
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