Una cupola che controlla appalti, elargisce favori politici, allunga mazzette. Roma sconvolta dall’ennesimo scandalo e sullo sfondo un debito gigantesco da un miliardo di euro…
Roma è in queste ore sconvolta dall’ennesimo scandalo corruzione, dalla commistione tra politica, affarismo, estremismo politico, gang malavitose.
Pare che esistesse una sorta di “cupola“, un direttivo esterno all’amministrazione comunale che però aveva la capacità di condizionare pesantemente il suo operato,  se non addirittura di avere quasi a “libro paga” importanti esponenti politici, alti burocrati e direttori delle aziende municipalizzate.
Cerchiamo di capirci qualcosa.
1) 200 milioni sequestrati, 37 arrestati e la cupola che controllava Roma
I numeri dell’inchiesta sono impressionanti. Basti solo citare i 205 milioni di Euro posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza (compresi quadri di Pollock e Warrol). Il nome più importante e un po’ quello che sarebbe il “centro gravitazionale” di questa “cupola” è quello di Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar, associato alla banda della Magliana.
Un’associazione malavitosa verticistica che usava metodi violenti, ecco perché, ed è la prima volta, a loro è stato contestato il reato di associazione mafiosa, cosa mai avvenuta al di fuori delle cosche classiche siciliane, calabresi, pugliesi e campane. Il campionario dei reati “accessori” contestato è vastissimo: usura, turbativa d’asta, riciclaggio, corruzione ecc. La facilità di condizionare appalti pubblici verso cooperative e aziende amiche esce dalle stesse intercettazioni. Salvatore Buzzi, a capo di una importante cooperativa impegnata nel sociale e considerato un’altro dei vertici dell’organizzazione così diceva al telefono “Quest’anno abbiamo chiuso con 40 milioni di fatturato ma tutti i soldi li abbiamo fatti su zingari, emergenza alloggiativa e immigrati, gli altri settori finiscono a zero”.
2) Politica condizionata o a libro paga
Anche la facilità di accesso alle conoscenze “importanti” e agli uomini che contano fa abbastanza impressione. Qualche politico pare fosse persino a libro paga. Ovviamente mentre scriviamo non diamo nulla per scontato, al telefono ognuno può dire ogni cosa e tutto va provato in dibattimento. Ma ecco ancora le parole di Buzzi: “Mò c’ho quattro cavalli che corrono… col Pd, poi con la Pdl ce ne ho tre, e con Marchini c’è… c’ho rapporti con Luca (Odevaine, ndr) quindi va bene lo stesso… Lo sai a Luca quanto do? Cinquemila euro al mese… Un altro che mi tiene i rapporti con Zingaretti 2.500 al mese… Mo’ pure le elezioni… Siamo messi bene perché Marino siamo coperti, Alemanno coperti e con Marchini c’ho… Luca che… piglia i soldi”.
3) Una città con un milione di euro di debiti
Tutto questo avviene a fronte di una gestione dissennata dei conti municipali: nel triennio 2009-2012 lo stato ha coperto per oltre mezzo miliardo di euro i debiti romani Che però anno continuato a salire sommandone altri 600 (milioni), in un buco senza fondo dove tutte le aziende del comune non brillano in salute..
Come aggirare le regole, apparentemente ferree? Usando la sempiterna “emergenza“. Per cui si faceva inserire nell’emergenza maltempo anche piste ciclabili e mantenimento di ville storiche. Vincendo aste all’iperribasso (salvo poi andare davanti al Tra, come accaduto per il ricorso contro Enriches 29 fatto dai francesi di Gepsa). Oppure banalmente avendo persone sotto stipendio o sotto condizionamento morale se non “fisico” (leggasi minacce).
Aggiornamenti nei prossimi giorni.
Foto Wiki-Ssolbergj (copy By Sa 3.0).
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