Cina: bruciare soldi per ottenere energia elettrica. Succede nella provincia dello Henan e pare sia meno inquinante del carbone…
Cina, una particolare forma di alimentazione per una centrale elettrica. Davvero particolare.
Niente petrolio, carbone, uranio e nemmeno fonti naturali come vento o acqua o sole. Nella città di Luoyand, provincia di Henan, l’energia elettrica si ottiene… bruciando banconote.
Dalla Banca Centrale all’inceneritore
No, in Cina non sono impazziti: ovviamente le banconote bruciate non sono quelle regolarmente in corso ma quelle ritirate perché troppo vecchie, usurate, sbiadite o in generale che presentavano danni per l’utilizzo e la lunga permanenza in circolazione.
I soldi arrivano in sacconi direttamente dalla sede regionale della banca centrale cinese, sono aperti e inseriti nell’inceneritore.
Soldi in fumo ma 600 kW di energia
Mandando, letteralmente, i soldi in fumo si produce anche un buon volume di energia elettrica: si parla di circa 500-600 kW, per altro con impatto ambientale ridotto rispetto alle forme di alimentazione fossile come petrolio o carbone. Per fare un raffronto, per produrre lo stesso quantitativo energetico occorrono più o meno 2 mila tonnellate di carbone. Un bel risparmio per l’ambiente.
Cosa succede alle monete fuori corso?
Se vi è venuta questa curiosità , per un certo tempo le banconote fuori corso restano “convertibili” in moneta circolante. Poi diventano “prescritte” e in questo caso non sempre sono carta straccia perché comunque possono avere un qualche valore di natura collezionistica, in particolare dopo molto tempo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA