Per il 79% degli italiani i progressi sono oggettivi. Donne meno casalinghe eppure sempre decisive in casa, lavorano di più fuori e hanno meno tempo libero. I padri aiutano un po’ di più, figlie e figli deresponsabilizzati
Gli anni del postfemminismo hanno significato un miglioramento della condizione della donna nella società . Di ciò è convinto il 79% degli italiani, per i quali c’è stato un progresso oggettivo rispetto a venticinque anni fa. I più convinti sono i maschi (82%), ma la percentuale è alta anche tra le femmine (76%). Il 7% degli italiani ritiene invece che la situazione delle donne sia addirittura peggiorata rispetto al passato. Il 10,3% delle donne, in particolare, pensa che la loro condizione non sia migliorata per colpa degli uomini che le hanno ostacolate, il 5,6% crede che le donne stesse non si siano impegnate abbastanza per emanciparsi.
Questi dati sono una prima anticipazione dei risultati della ricerca «I valori degli italiani» realizzata dal Censis nell’ambito delle attività per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che verrà presentata il prossimo 13 marzo alle ore 16.00 a Roma.
Oggi le donne sono meno casalinghe rispetto al passato, ricevono più aiuto in casa da mariti e conviventi (ma non dai figli), eppure restano il perno della vita domestica. Lavorano di più fuori e hanno meno tempo libero da dedicare a se stesse. Insomma, stanno veramente meglio o è una illusione del postfemminismo?
Cosa è cambiato nella ripartizione dei ruoli tra uomini e donne? Sono avvenuti mutamenti significativi nella distribuzione del carico dei lavori domestici all’interno delle famiglie. È innanzitutto diminuito il numero di casalinghe presenti tra le donne non anziane (fino a 64 anni di età ): 833mila in meno tra il 2000 e il 2010 (-13,8%). Particolarmente intensa la riduzione tra le donne più giovani, fino a 34 anni (342mila casalinghe in meno, -29,4%) e tra le 35-44enni (299mila in meno, -18,8%), mentre tra le donne di 45-54 anni le massaie sono diminuite dell’8,8% (-146mila) e del 2,8% (-47mila) tra le 55-64enni.
Nelle famiglie con figli la quasi totalità delle donne, occupate o non occupate, continua comunque a svolgere i lavori domestici. Negli ultimi dieci anni però il tempo dedicato alla cura della casa si è ridotto di 7 ore settimanali tra le donne che lavorano (alle faccende dedicano complessivamente 22 ore alla settimana) e di 6 ore tra le non occupate (ai lavori domestici dedicano mediamente più di 38 ore alla settimana).
Ma oggi, quando la donna è occupata, all’interno delle famiglie con figli svolge i lavori domestici anche il 65% dei maschi (con un incremento del 10,2% in dieci anni), dedicandovi in media 9,7 ore alla settimana. La percentuale scende al 43,4% (+4% nel decennio) quando la moglie o convivente non lavora, con un impiego medio di tempo da parte degli uomini per le faccende di 8 ore alla settimana. Insomma, oggi c’è un maggiore coinvolgimento dei mariti nella gestione delle attività domestiche, senza che questo abbiascalfito il modello tradizionale centrato sul ruolo decisivo delle mogli in casa.
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