Dopo sette ore d’interrogatorio, tra ammissioni e precisazioni, l’odontoiatra Marco Pirani, arrestato nell’ambito dell’inchiesta cremonese sul calcio scommesse, ha parlato di una trentina di partite, tra cui molte di serie A, sulle quali gli scommettitori hanno provato e, in alcuni casi riuscendoci, ad addomesticarne il risultato sul quale puntavano. Un quadro, di fronte al quale il procuratore ha espresso la “sensazione che ci siano grossi problemi anche in serie A, che ci siano incontri truccati ma, senza riscontri, una sensazione non è una prova”. E poi ha rincarato la dose rivelando il sospetto che “le ‘combine’ in Serie A non siano tra i giocatori ma tra le società ”. Affare più della giustizia sportiva quindi, meno di quella ordinaria, dato che potrebbero essere finalizzate “solamente” a guadagnare punti in campionato.

Ieri c’è stato anche l’interrogatorio dell’ex commercialista di Beppe Signori, Manlio Bruni, che ha rivelato che il celebre calciatore era il contatto tra il gruppo di scommettitori “bolognesi” e quelli di Singapore. Bruni avrebbe confermato ciò che è emerso dalle indagini fin qui compiute e cioé che l’ex attaccante della nazionale deteneva in casa le “regole” da seguire per le giocate e che era “il leader indiscusso” di quel gruppetto di giocatori che si ritrovava nello studio bolognese del commercialista.
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