Non ha superato neppure il primo test legislativo, il piano del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per il rilancio dell’occupazione.
Il pacchetto da 447 miliardi di dollari, incentrato su sgravi fiscali e nuovi investimenti pubblici, e’ stato subito affondato in Senato dove non e’ stato raggiunto il quorum dei 60 voti necessario per avviare il dibattito nell’aula controllata dai repubblicani.
Questo risultato “non significa in alcun modo che la battaglia sia finita”, ha commentato Obama in una nota. “Nei prossimi giorni – ha aggiunto – i membri del Congresso dovranno decidere se vale la pena rimettere al lavoro insegnanti, addetti alle costruzione, poliziotti e pompieri”. L’auspicio della Casa Bianca e’ che almeno alcuni dei provvedimenti possano venire approvati singolarmente.
E se Obama ha definito la crisi economica “un’emergenza”, presentando il suo piano sul lavoro davanti al congresso riunito in seduta congiunta, il segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner, ha ventilato il rischio di una nuova recessione se il parlamento non interverrà con provvedimenti a sostegno della crescita. Il tasso di disoccupazione in Usa si e’ attestato sopra il 9% dallo scorso maggio e circa il 45% dei 14 milioni dei senza lavoro e’ disoccupato da almeno sei mesi.
Perfino Wall Street sta accusando il colpo, con i bonus dei banchieri attesi in calo per il secondo anno consecutivo. Tra i provvedimenti del pacchetto che potrebbero essere “salvati”, figurano l’estensione del taglio alle tasse sulle buste paga e i benefit per i disoccupati di lungo termine. Sembra improbabile invece che sulla proposta di aumentare le spese per la costruzione di autostrade e su quella di garantire aiuti agli Stati più in difficoltà si riesca a strappare il consenso dell’opposizione.
In vista delle prossime elezioni, “i repubblicani temono che una ripresa dell’economia possa tradursi in un sostegno per Obama e per questo si oppongono a ogni provvedimento in grado di stimolarla”, ha attaccato il leader dei democratici in Senato, Harry Reid. Ma per il partito rosso, che aveva preannunciato la bocciatura del piano di Obama, si tratta solo di una nuova versione del mega piano di stimolo del 2009.
Nella stessa seduta, il Senato americano ha approvato un piano che impone sanzioni e dazi nei confronti di Paesi, come la Cina, accusati di manipolare le proprie valute .