Le autorità della Bassa Sassonia hanno comunicato che all’origine dell’epidemia di Eceh che ha colpito la Germania e altri Paesi europei, causando almeno 22 morti, sarebbero dei germogli di soia provenienti dallo stesso Land tedesco. Non vi sono ancora prove, ma “le indicazioni sono tali e tante che dobbiamo raccomandare ai consumatori di evitare” il prodotto, ha dichiarato il ministro locale della Sanità , Gert Lindemann, precisando che gli esiti degli esami di laboratorio saranno resi noti domani.

Secondo il Ministero i germogli risalirebbero a un’azienda di Uelzen, che vende soprattutto in Germania ma esporta i propri prodotti anche in altri Paesi europei e dell’estremo oriente.

Si sa che l’azienda agricola che ha prodotto e distribuito in cinque diversi Stati federali tedeschi i germogli da consumare crudi. L’azienda agricola Intanto è stata chiusa e tutti i suoi prodotti sono stati tolti dal mercato. Il ministro ha invitato i tedeschi, per precauzione, a «evitare di consumare per il momento qualsiasi tipo di germoglio di soia» fino a nuovo avviso. Già alcuni anni fa i germogli di soia avevano provocato in Asia un’epidemia analoga a quella scatenatasi in Germania.
I germogli di soia sono un alimento molto diffuso nella cucina etnica e tra i vegetariani per l’importante apporto di proteine. In Italia sono in genere consumati in estate, da soli o come condimento, e sono venduti in buste, vassoi o in scatola. Nei supermercati è possibile acquistare germogli di soia di produzione italiana, quindi al sicuro dalla contaminazione avvenuta nell’azienda tedesca.
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