Uno studio dimostrerebbe che le persone che si arrossiscono sarebbero più buone e affidabili
(25 ottobre 2009) – Arrossire non è inutile: ci serve per essere perdonati quando abbiamo commesso qualche sbaglio. È una reazione del tutto inconscia e incontrollabile, come precisa uno studio pubblicato da Corine Dijk dell’Università di Groningen, in Olanda. La ricerca, pubblicata dalle riviste “Emotion” e “Scientific American”, è stata condotta su 130 studenti, che hanno analizzato diverse foto di donne che avevano infranto norme sociali o si erano trovate in situazioni imbarazzanti. Ad esempio, qualcuna di loro aveva ignorato delle persone in fila e si era presentata dritta dritta a uno sportello. Altre avevano sporcato di caffè la giacca del capo. Il campione di esaminatori ha ricevuto una buona impressione soltanto dalle donne che mostravano il classico rossore: le hanno ritenute di indole buona e affidabili. Da qui, la conclusione a cui è giunta la ricercatrice che ha firmato lo studio: arrossire serve a essere perdonati più facilmente.
Però tanti non la pensano così, e hanno una paura folle di arrossire in pubblico. Le statistiche ci dicono che si tratta di un italiano su dieci. Gli psicologi sono riusciti a dare un nome a questa sindrome: l’hanno battezzata eritrofobia, ma non hanno indicato la panacea che potrebbe farla guarire. Perciò è necessario imparare a convivere con i rossori improvvisi, spesso accompagnati anche da sudore alle mani e battito cardiaco accelerato. Nei casi più gravi, questa paura può portare addirittura all’isolamento volontario. A sentire gli esperti del web, si può ovviare al problema ricorrendo all’ipnosi o usando un improbabile fondotinta verde, che renderebbe la cura peggiore del male. Un ottimo aiuto consiste nel ricordarsi dello studio di Corine Dijk: arrossire dimostra che si è ancora titolari di una coscienza. E un fondotinta, di qualsiasi colore, finisce per nasconderla.