In Italia quanti sono gli obiettivi sensibili a rischio attentato? Qualcuno dice 13mila ma sono certamente meno quelli da sorvegliare con la massima cura. In arrivo 5000 soldati di supporto per la sicurezza.
Obiettivi sensibili in Italia, da far proteggere a soldati dell’esercito contro i pericoli del terrorismo di cui si è letto molto in questi giorni e il tono allarmistico ed “emotivamente caricato” utilizzato da molte testate a causa della situazione in Libia non facilita la corretta comprensione.
Un “luogo sensibile” è sostanzialmente un possibile obiettivo di un attentato terroristico. Si può già quindi immaginare che la lista dei luoghi sensibili, per di più in una nazione come l’Italia ricchissima di monumenti, è potenzialmente molto lunga. Anche perché gli ultimi “attentati” (di stampo mafioso) sono stati effettuati proprio contro obiettivi artistici.
Obiettivi sensibili: quali sono, quanti sono e dove si trovano
Gli obiettivi sensibili sono di differente tipologia: in primis ovviamente ci sono i “luoghi” della democrazia, parlamento, sedi di ministeri e alte cariche dello stato. Poi ci sono i punti critici a livello economico-civile: centrali elettriche, stazioni, aeroporti. Poi, come si accennava sopra, i più importanti (e “appariscenti”, cioè noti nel mondo) monumenti italiani.
Non vanno dimenticate le sedi diplomatiche e i consolati, in particolare quelle di alcune nazioni (Usa, Israele) e i luoghi di culto (in primis le sinagoghe, purtroppo il revival dell’antisemitismo in Europa è un fatto).
Come potete immaginare dunque il numero di questi obiettivi, potenzialmente, è decisamente lungo. Si sono letti in questi giorni cifre molto elevate: 13 mila, 15 mila obiettivi sensibili, anche di più. Ovviamente sono numeri che vanno ponderati perché gli obiettivi “veramente” più a rischio sono di certo meno (l’allerta massima è mantenuta risptto ai luoghi di culto ebraici, ad alcune ambasciate e a luoghi molto affollati come le principali stazioni dei treni, meno gli aeroporti che comunque hanno sistemi di filtraggio all’ingresso differenti e separazione degli spazi che rende più efficace il controllo e difficoltoso un attacco condotto da piccoli nuclei).
5 mila soldati a rafforzare il sistema di sicurezza.
Fino al 30 giugno si prevede di utilizzare 4800 soldati a supporto dei normali servizi di sicurezza svolti dalle forze dell’ordine. Per ora è una raccomandazione del Comitato Nazionale per l’Ordine pubblico ma possibile che, se non nella sua interezza, una buona parte di questo quantitativo sarà veramente schierato (o rischierato, qualcuno è già impegnato nel pattugliamento del territorio nell’ambito del progetto “Strade Sicure”, inizialmente volto al controllo del territorio con finalità di contrasto alla criminalità).
Per “Strade Sicure” sono già utilizzati circa 3000 soldati, quindi si tratterebbe di un aumento di poco meno di 2 mila unità per creare principalmente un effetto deterrente e sgravare le forze dell’ordine del controllo sugli obiettivi a minor rischio e dirottarle sul pattugliamento di quelli più delicati.
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