Si è già ritagliata il ruolo di anti-Merkel. Indebitamento contro rigore. Asili nido e istruzione contro l’ossessione del deficit. Se per la cancelliera tedesca che detta la politica economica all’Europa il controllo della spesa pubblica è un pallino fisso Hannelore Kraft infrange tabù. I debiti? Ben vengano se servono a garantire più giustizia sociale. E questa volta i tedeschi sembrano averle dato ragione. La pesante sconfitta elettorale della Merkel nel Land del Nord Reno-Vestfalia ha eroso sensibilmente l’appeal della destra, affossata dal trionfo della sinistra dei socialdemocratici. E soprattutto della loro leader, 50 anni, sposata, un figlio, un padre lavoratore dei trasporti pubblici e un diploma in materie economiche. Una che per ora si schernisce, non sembra volare dritta con il pensiero alle elezioni federali. Ma che – nei fatti – già si è calata nei panni di temibile sfidante della cancelliera di ferro e della sua inflessibile politica del rigore per guidare una nuova Germania. Un svolta arrivata a pochi giorni dalla sconfitta, in Francia, di Sarkozy, con l’ascesa all’Eliseo del socialista Hollande. Cosa che spiega anche il tracollo delle Borse europee all’indomani del voto tedesco. E se certo ha pesato sulla disfatta la paura per le conseguenze della tensione politica in Grecia, che torna a nuove elezioni a causa della frammentazione uscita dalle urne, una buona parte di nervosismo lo si deve anche alla prospettiva dei nuovi scenari che si aprono per l’Europa. Del resto le due visioni – quella della Cdu della Merkel e quella del Spd della Kraft – non potrebbero essere più contrapposte. E il test elettorale tedesco conferma che la direzione del vento, nel vecchio continente, è cambiata. Merkel ha incassato la pesante sconfitta senza cedere di un passo sulla linea del rigore che ha imposto all’Europa. Deficit da abbattere, fiscal compact da rispettare. Kraft a sua volta ha imboccato la strada dell’ascesa continuando imperterrita a sostenere che il debito non è Belzebù se serve a sostenere crescita e riforme. Cosa che nel 2005 le costà la perdita del Land in cui oggi invece si è resa protagonista della clamorosa rimonta. Se Hollande, in Francia, ha già scoperto le sue carte – la Merkel non può decidere da sola, servono iniziative forti per il rilancio economico – la Kraft non ha fatto altro che mettere nuovamente sul piatto la sua ricetta: troppa austerity soffoca la crescita. Così la sfida tra donne che si profila a Berlino inevitabilmente coinvolge tutta l’Europa, mandando in fibrillazione i mercati. Mai così indebolita la Merkel si presenta al cospetto della Francia, che a sua volta ha detto no al rigore a oltranza, con il nervosismo di chi si sente tremare la terra sotto i piedi. La rivale Hannelore, al contempo, ripete come un mantra che i costi sociali della disuguaglianza sono di gran lunga superiori ai costi degli interessi sui debiti. Una buona parte della Germania ora le crede. La sfida è solo all’inizio.
Sfida decisamente interessante.
Bella sfida…