Nelle sue memorie, in un’uscita la prossima settimana ma già anticipate dalla stampa americana, l’ex segretario di Stato americano ricorda in un’intervista che l’Abc mandera’ in onda la prossima settimana, in occasione dell’uscita del libro, la sua visita nel 2008 in Libia, quando l’Occidente aveva ‘riabilitato’ il rais libico: “Non vedevo l’ora di andarmene”.
“L’unica cosa che avevo in testa era ‘quanto ancora devo rimanere qui e quanto velocemente riuscirò ad andarmene”. E, poi racconta dell’ossessione che Gheddafi nutriva per lei: “La cosa buffa e’ stata quando lui mi ha detto ‘ho un video per lei”, e io mi sono detta “oddio, che cosa sara’?”, ma poi si trattava solo di un mucchio di fotografie con me e Vladimir Putin e Hu Jintao”. E non è finita qui, continua tra lo stupefatto e l’insofferente, la Rice, definendo quello con Gheddafi l’incontro più strano di tutti quelli avuti negli otto anni passati a gestire la politica estera di George Bush: “Poi ha detto ‘ho chiesto al miglior e più famoso compositore libico di comporre una canzone per lei, intitolata ‘Il fiore nero della Casa Bianca”.