Decreto lavoro: contratti a termine, apprendisti e lavoratrici madri. Ecco le novità

Le novità sul decreto lavoro approvate dal Senato. Ecco cosa cambia

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Cambia il mondo del lavoro? Bella domanda. Più che altro verrebbe da chiedersi se il lavoro arriva per chi non lo ha. O anche che arrivi una maggiore stabilizzazione per i precari e uno stipendio più dignitoso per chi fatica ad arrivare a fine mese.

Per il momento arriva un più pragmatico ok del Senato al decreto legge sul lavoro. Con 158 sì, 122 no e nessuno astenuto. Il testo adesso è pronto per tornare alla camera.

Ma andiamo un po’ nel dettaglio per vedere cosa dovrebbe cambiare.

Prima cosa viene confermato il testo iniziale con il quale la durata dei contratti a termine passa da 12 a 36 mesi. Tassello dalla mille discussioni è quello che limita a cinque volte il rinnovo, contro le 8 proposte inizialmente.

Pesanti multe arriveranno, poi, alle aziende che sforano il 20% di contratti a termine e sarà pari, come riferisce il documento, al “20% della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore a 15 giorni di durata del rapporto di lavoro se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale non sia superiore a un solo lavoratore e pari al 50% della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore a 15 giorni di durata del rapporto di lavoro, se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale sia superiore a uno”

Nel decreto è inoltre entrato lo stop al 20% dei contratti a termine negli enti di ricerca vi sarà, comunque la deroga della durata massima di 36 mesi per i ricercatori impegnati in progetti scientifici.

Progetto per il futuro, anche se nella prima stesura sembra assai fumoso e oscuro, è la sperimentazione del contratto a tempo indeterminato a protezione crescente. Attendiamo la sua applicazione pratica e vedremo quanto sarà efficace.

Altro punto importante è il diritto di precedenza di assunzione per le mamme, di cui abbiamo già accennato nel nostro sito. Cosa prevede la norma? Le lavoratrici il congedo di maternità, intervenuto nell’esecuzione di un contratto a termine presso la stessa azienda, concorre a determinare il periodo di attività lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza.

Norma importante riguarda poi gli apprendisti. L’obbligo della loro stabilizzazione varrà per le imprese con più di 50 dipendenti, e non per quelle con più di 30 come era stato deciso alla Camera. Sono previste, inoltre, specifiche modalità di utilizzo del contratto di apprendistato anche a tempo determinato per lo svolgimento di attività stagionali.

Un ordine del giorno prevede che l’inadempimento grave dell’obbligo di formazione trasformi il contratto di apprendistato in contratto a tempo determinato. Il Governo si è impegnato ad emanare una circolare interpretativa che ‘chiarisca in modo vincolante’ che, nel nuovo ordinamento, la violazione dei limiti formativi da parte del datore di lavoro produce la conversione del contratto il cui termine coincide con quello originariamente previsto per il previsto di apprendistato’

Torna, poi, l’obbligo di formazione pubblica anche se in forma soft: le Regioni avranno 45 giorni di tempo per comunicare alle aziende le modalità di svolgimento dell’offerta formativa pubblica, e avranno l’obbligo di indicare sedi e calendario e potranno avvalersi delle imprese e delle loro associazioni che si siano dichiarate disponibili.

Arriva il libretto formativo elettronico dell’apprendista. E’ stato approvato un Odg, del Movimento 5 stelle, che impegna il governo a introdurre il Lefa, stabilendo la definizione del modello, il formato di trasmissione e l’unificazione al libretto formativo del cittadino.

Infine sono state introdotte delle norme transitorie per consentire alle aziende di adeguarsi al decreto legge. I datori di lavoro che abbiano in corso rapporti di lavoro a termine che comportino il superamento del nuovo tetto del 20% di contratti a termine devono adeguarsi entro il 31 dicembre 2014.

Ben tornato!