Edilizia, industria estrattiva e energia. Ma anche gestione rifiuti e magazzino. Ecco i settori nei quali vale l’assunzione di una lavoratrice con i contributi al 50% per l’impresa.
Gli incentivi alle assunzioni di donne lavoratrici previsti dalla Riforma del lavoro Fornero vengono dati soprattutto per quelle professioni, come l’edilizia o l’industria energetica, in cui la presenza femminile è scarsa o del tutto assente. Per determinare quali sono questi ambiti è stata creata un’apposita classifica che include tutti i settori professionali in cui la differenza fra numero di uomini impiegati e numero di donne impiegate è superiore al 25%.
Questa graduatoria, chiamata Ateco, include anche gli imprenditori, che però com’è ovvio non percepiscono gli incentivi ma semmai ne usufruiscono. La Riforma Fornero prevede infatti che in caso di assunzione di una lavoratrice donna il costo dei contributi a carico del datore di lavoro venga dimezzato (50%) per i primi 12 mesi dall’assunzione. Ciò tuttavia vale solo per le donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi o da 6 mesi per le professioni in cui il gap fra presenza maschile e femminile superi il 25%.
Ma quali sono i settori a scarsa presenza femminile? Vediamoli di seguito (fra parentesi il gap relativo alla presenza uomo/donna nel 2014):
costruzioni e edilizia (83,4%);
industria estrattiva (74,8%);
acqua e gestione rifiuti (66,6%);
industria energetica (54,5%);
trasporto e magazzinaggio; (58,4%)
industria (54,4%);
industria manifatturiera (45%);
agricoltura (36,8%);
informazione e comunicazione (29,9%);
servizi generali delle PA (32,2%).
Per le professioni appartenenti a questi settori le aziende possono usufruire degli incentivi. Per qualsiasi dubbio relativo all’applicazione degli incentivi e alle modalità di ottenimento è possibile consultare il sito dell’Inps oppure scrivere al servizio di consulenza della Direzione Centrale Entrate ([email protected]).
Vedi anche: Trovare lavoro in tempo di crisi