Ieri sera il governo Letta ha ottenuto la fiducia alla Camera: 453 sì (da Pd, Pdl, Scelta civica, Centro democratico e Svp), 153 no (M5S e Sel) e 17 astenuti (Lega).
Ampia maggioranza per il neo-governo Letta che, nel suo discorso programmatico, ha promesso provvedimenti a favore dell’occupazione ma, soprattutto per le orecchie degli alleati del Pdl, la rinuncia alla rata di giugno dell’Imu e all’aumento dell’Iva.
In nessun caso, però, ha toccato la questione, così come ugualmente han fatto i parlamentari che sono intervenuti dopo, di dove e come si prenderanno i soldi perché queste promesse diventino realtà .
Il discorso di Letta si è poi sviluppato su tematiche che hanno avuto come oggetto il rinnovamento della classe politica inteso come recupero della decenza, della sobrietà , avere il senso dell’onore e del servizio che si deve al paese. Letta ha accennato anche alla eliminazione della legge sui rimborsi elettorali e al taglio degli stipendi dei ministri che sono anche parlamentari.
Soddisfattissimi gli esponenti del Pdl che per bocca di Alfano prima e, Brunetta poi, hanno detto che l’abolizione dell’Imu è “musica per le nostre orecchie” e una vittoria di Berlusconi.
Nel discorso, tutto positivo, del capogruppo Pdl Brunetta non sono mancati gli attacchi a stampa e magistratura: “C’è una parte della magistratura politicizzata. E’ una porzione piccola, ma ben strumentata e strategicamente collocata, sostenuta da un forte circuito finanziario ed editoriale. Questa fazione ha alimentato una battaglia atroce e squallida. Una battuta di caccia di frodo giudiziario, dove l’avversario politico è stato inseguito con qualsiasi arma” auspicando una rapida soluzione di queste anomalie.
L’altro intervento atteso è stato quello del capogruppo Pd Speranza, che, oltre a annunciare la fiducia del suo partito al nuovo governo, ha parlato di un possibile coinvolgimento del M5S citando Don Milani: “A che serve avere le mani pulite, se poi si tengono in tasca? Noi le mani non le abbiamo mai tenute e non le terremo mai in tasca perché c’è da salvare il Paese”. Speranza ha poi sottolineato che questo governo di larghe intese necessario per il grave momento che il paese sta attraversando, comunque non farà perdere l’identità del Pd che rimarrà alternativo al centrodestra.