La rete oggi è impazzita. La morte di Steve Jobs ha spinto tutti i fan di Apple, gli amici e anche i nemici, coloro che lo apprezzavano e stimavano, da Obama allo stesso Bill Gates al fondatore di Facebook dall’impronunciabile cognome, a scrivere e dichiarare qualcosa. Conosciamo più o meno tutti, sommariamente, chi era Steve Jobs e come ha cambiato il mondo attraverso i suoi sogni. Lo conosciamo soprattutto perchè conosciamo i suoi prodotti, almeno per sentito dire. Ma chi era l’uomo Steve Jobs? Andiamolo a conoscere attraverso le cose che ha detto, eccone alcune tra le più famose a cominciare dalla “siate affamati. siate folli” del suo celebre discorso a Stanford del 2005.
– “Pensiamo che il Mac si venderà a ‘zilioni‘. Noi siamo stati il gruppo di persone che ha deciso se fosse un buon prodotto o meno. Non abbiamo fatto ricerche di mercato. Volevamo solo costruire il migliore prodotto possibile”. Intervista a Playboy del 1985.
– “Essere l’uomo più ricco del cimitero non mi interessa. Andare a letto ogni sera sapendo di aver fatto qualcosa di meraviglioso, questo è importante per me”. Intervista al Wall Street Journal del 1993.
– “Sono convinto che metà di ciò che separa un imprenditore di successo da uno senza successo sia la pura perseveranza”. Intervista alla Smithsonian Institute del 1995.
– A Bill Gates “auguro tutto il bene possibile, davvero. Ma penso che lui e Microsoft abbiano delle vedute un po’ ristrette. Sarebbe un ragazzo di vedute più ampie se se si fosse preso qualche acido o fosse andato in un ashram da giovane”. Intervista al New York Times nel 1997.
– “Questo è uno dei miei mantra: focalizzazione e semplicità. Semplice può essere più difficile che complesso. Bisogna lavorare duro per arrivarci. Ma alla fine ne vale la pena, perché così si possono muovere le montagne”. Intervista a Business Week, 1998.
– “Molte volte la gente non sa quel che vuole finché non glielo fai vedere”. Intervista a Business Week, 1998.
– “Abbiamo fatto delle icone così belle che la gente vorrà leccarle sullo schermo”. Intervista a Fortune nel 2000. “Design non è solo come appare. Design è anche come funziona”. Intervista al New York Times del 2003.
– “Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi”.
Siate affamati. Siate folli. Discorso agli studenti all’università di Stanford 2005
– “Ricordare che dobbiamo morire è il miglior modo che conosco per evitare la trappola di pensare che si abbia qualcosa da perdere”. Stanford, 2005.
– “Se ti viene fuori qualcosa di fatto bene, poi dovresti fare qualcosa di portentoso. Ma non dovresti soffermartici troppo. Pensa solo a cosa fare dopo”. Intervista alla NBC nel 2006.
– “Di tanto in tanto arriva un prodotto rivoluzionario, che cambia tutto. Si è molto fortunati a lavorare anche a solo uno di questi progetti nel corso di una vita. Apple è stata così fortunata da metterne sul mercato diversi”. Presentazione iPhone nel 2007.
– “Non abbiamo la possibilità di fare molte cose nella vita, ma ognuno di noi dovrebbe eccellere. Perché questa è la nostra vita”. Intervista al settimanale Fortune nel 2008.
– “Il mio modello sono i Beatles. Erano quattro ragazzi che tenevano sotto controllo le rispettive tendenze negative e si bilanciavano a vicenda. E il totale era più grande della somma delle parti”. Intervista a “60 Minutes” del 2008.