Non sarà Napoli e neanche Roma, ma Bari Il tribunale competente a indagare sul presunto ricatto ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Ma per i giudici del riesame di Napoli Berlusconi non sarebbe vittima di un ricatto, ma avrebbe istigato Tarantini a mentire. Si ribalta così la posizione del premier che da testimone-parte offesa diventa quasi certo indagato per aver indotto l’imprenditore barese a riferire il falso ai magistrati.
La decisione del Tribunale del Riesame è giunta dopo 14 ore di camera di consiglio, cinque minuti prima della mezzanotte, termine ultimo per la decorrenza dei termini di custodia cautelare. I giudici (un collegio al femminile, presieduto da Angela Paolelli) hanno preso tutto il tempo a loro disposizione per studiare il caso e hanno emesso un provvedimento che ribalta gran parte dell’iniziale quadro accusatorio.
È cambiata invece la posizione di Giampaolo Tarantini che ieri, un’ora dopo la mezzanotte, ha lasciato il carcere ed è salito in auto per tornare a Roma. “Voglio solo ritornare dalle mie figlie, a casa” ha dichiarato, provato, varcando la soglia di Poggioreale. Liberata la moglie Angela Devenuto detta Nicla, alla quale sono stati revocati gli arresti domiciliari.
Resta in piedi invece l’ordinanza di custodia cautelare per Valter Lavitola, il direttore dell’Avanti, ancora latitante in Sudamerica.