La rivolta dei “Forconi” nata in Sicilia, si è rapidamente estesa in tutta Italia, grazie all’humus favorevole dovuto alle proteste generalizzate dei trasportatori e di altri settori, per il caro carburanti e altre motivazioni (gasolio, autostrade, assicurazioni). I Blocchi dei tir si sono estesi in tutta Italia, una protesta selvaggia che ha paralizzato il Paese con danni per milioni di euro. E ad Asti un tir guidato da un cittadino tedesco ha travolto e ucciso un camionista che partecipava alla rivolta degli autotrasportatori. L’incidente è avvenuto sulla strada statale 10. Per la polizia stradale si è trattato di un incidente.
Intanto la mobilitazione dei tir ha creato code e rallentamenti con forti disagi per gli automobilisti e problemi per le imprese rimaste senza forniture, nell’industria e nel commercio. Il governo accusa, definendo il blocco ingiustificato perché sono stati presi impegni “concreti” per andare incontro al settore, mentre Trasporto unito difende la protesta, affermando che anche “la gente comune” ne ha capito le ragioni. Industriali e agricoltori chiedono un intervento immediato per rimuovere i “blocchi illegali e inaccettabili” e una risposta è arrivata dal Garante degli scioperi, che ha minacciato sanzioni e ha chiesto all’esecutivo di valutare la precettazione.
Il fermo nazionale di una settimana proclamato da Trasporto unito si è trasformato subito in uno sciopero selvaggio. Alcune misure sono arrivate con il decreto liberalizzazioni, ma sono state giudicate insufficienti. E così è scattato il fermo nazionale che, dopo una settimana di blocco in Sicilia per la protesta dei “Forconi”, è degenerato in presidi e barriere, con conseguenti code e rallentamenti anche per le auto.
Ma i disagi dalle strade si stanno trasferendo ai cittadini e alle imprese, con gli agricoltori in particolare che lamentano danni per milioni: sugli scaffali dei supermercati – secondo la Conad – gli alimentari iniziano a scarseggiare, soprattutto quelli freschi, mentre molte aziende industriali non hanno ricevuto i rifornimenti. E oggi i principali stabilimenti Fiat (Mirafiori, Pomigliano, Melfi, Cassino) resteranno fermi al primo turno per la mancanza di componenti.
“Questa protesta – ha ammonito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà , al termine della prima giornata di sciopero – sta diventando un problema di ordine pubblico, e questo non è un bene”. Ma Trasporto unito ha difeso gli autotrasportatori, affermando che “per la prima volta la gente comune, quella che come i nostri associati fatica ad arrivare a fine mese, ha capito. Mentre il silenzio del governo rappresenta una conferma inquietante e irresponsabile rispetto ai rischi ai quali si espone il Paese”.