La richiesta di arresto di Marco Milanese verrà votata oggi dalla Camera a scrutinio segreto, con il voto elettronico. E’ questo quanto comunicato dal presidente della Camera Gianfranco Fini ai capigruppo di Montecitorio. Respinta la richiesta del Pdl di votare con il sistema delle palline, per garantire meglio la segretezza del voto. Fini ha infatti ricordato che il regolamento prevede il ricorso alle palline solo quando si guasta il sistema elettronico.
Certo, il voto a scrutinio segreto con cui verrà decisa la sorte del deputato del Pdl accusato dai pm di Napoli di corruzione, rivelazione del segreto di ufficio e associazione a delinquere resta comunque un’incognita.
“Non vogliamo fare cadere il governo. Tanto l’inchiesta e il processo vanno avanti lo stesso”, ha detto però Umberto Bossi al termine della riunione del gruppo leghista che si è tenuta in serata alla Camera ammettendo tuttavia, forse per la prima volta davanti ai taccuini, che nel Carroccio ci sono due anime, il cerchio magico e i maroniani. Ai cronisti che infatti gli hanno chiesto se non tema che la decisione del no all’arresto possa scontentare la base, risponde: “Se lo diciamo Maroni ed io vuol dire che abbiamo ragione. La base è sempre con noi, non vi illudete”.
La decisione della lega come Bossi osserva, salva il governo. Mentre Silvio Berlusconi, al termine di un’ora e venti di faccia a faccia teso con Giorgio Napolitano, sceglie di andare avanti nonostante in molti abbiano cercato di convincerlo a fare un passo indietro, secondo diverse fonti in fatti Fedele Confalonieri, a Palazzo Grazioli dopo il vertice con Bossi, sarebbe tornato alla carica. E lo stesso nei giorni scorsi avrebbero fatto i figli del premier, con l’obiettivo di tutelare le aziende. Ma la resistenza di Berlusconi, al netto di alcuni momenti di sconforto, sarebbe stata granitica. “Dimettermi – avrebbe detto – sarebbe come un’ammissione di colpevolezza e io invece non ho commesso alcun reato. Anzi, dovrebbero essermi grati. Nessuno ha fatto quello che ho fatto io per questo Paese”.
Ora il presidente del Consiglio e la maggioranza dovranno fare i conti con la tenuta dell’accordo con Bossi. Se la maggioranza riuscirà a superare lo scoglio Milanese, all’ordine del giorno resteranno i provvedimenti economici che il Colle pare abbia sollecitato. Provvedimenti anti deficit, interventi per lo sviluppo e riforme costituzionali. Anche se, nel pieno della bufera, sembra abbastanza difficile anche solo ipotizzare un piano di rilancio così impegnativo per la maggioranza.