“Governare l’Italia in mezzo alla crisi mondiale è particolarmente difficile, mentre ci sono molti ambienti, giudiziari, politici e giornalistici, che lavorano per distruggere, calunniare, sabotare invece che per costruire nel comune interesse della nostra Italia”. E’ quanto ha scritto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un messaggio personale a don Pierino Gelmini.
“Caro don Pierino – scrive il presidente del Consiglio – purtroppo quest’anno non posso essere ad Amelia a festeggiare con te e i tuoi ragazzi l’anniversario dell’apertura della vostra Casa e il premio Madonna del Sorriso del quale avete voluto farmi l’onore di insignirmi in passato”. Quindi il premier fa riferimento ai tanti ambienti che lavorano per “calunniare e sabotare e aggiunge: “Voi siete molto diversi da tutto questo. Siete l’esempio di come si possa lavorare per il bene, anche in mezzo alle difficoltĂ e qualche volta alle persecuzioni, di come l’impegno costante, unito alla fede in Dio, possa fare veri e propri miracoli. E tutto questo attraverso una responsabilizzazione che ha reso gli ospiti della comunitĂ davvero protagonisti di un lavoro comune. Ecco, è proprio questo richiamo allo spirito di responsabilitĂ individuale, al grande valore e alle infinite potenzialitĂ di ogni persona, che considero fondamentale, e che mi fa sentire molto vicino a voi per cultura e convinzioni profonde. Una vicinanza – conclude Berlusconi – che resterĂ intatta anche per il futuro”.
Nessuna citazione, ma il riferimento è ai giudici di Napoli nel caso Tarantini-Lavitola. Ieri infatti sono stati depositati gli atti del tribunale del Riesame di Napoli. Nella nuova ricostruzione dei fatti secondo i giudici di Napoli, Berlusconi rischia un’inchiesta che lo farebbe passare da parte offesa a potenziale indagato per istigazione a rendere dichiarazioni mendaci all’autoritĂ giudiziaria.
Ma perchĂ© istigare Tarantini? Secondo il Riesame, il premier lo avrebbe fatto per evitare che l’imprenditore barese rendesse dichiarazioni ritenute “sconvenienti” in merito alla storia delle escort a Palazzo Grazioli. Per i giudici (che riportano nel provvedimento alcuni passaggi delle conversazioni intercettate tra la D’Addario e “Giampi”) Berlusconi sapeva che le ragazze ospitate nelle sue residenze e portate da Tarantini erano “escort” e avrebbe offerto all’imprenditore barese denaro, assistenza legale e altre facilitazione.