Fase 2 in Lombardia e Milano, riaperture e spostamenti. Ecco cosa cambia e cosa si può fare. Resta l’obbligo della mascherina anche all’aperto.
La Lombardia è una delle regioni che presentano ancora un numero elevato di contagi da covid-19, oltre 74.00 quelli totali. Nonostante questo i suoi cittadini hanno molta voglia di entrare nella fase 2 e recuperare alcune delle loro libertà, come confermato dal presidente Attilio Fontana.
Vediamo allora come sarà la fase due in questa regione, quali spostamenti verranno consentiti e quali riaperture sono in programma, anche a Milano.
Fase 2 Lombardia spostamenti
Per quanto riguarda gli spostamenti all’interno dei confini regionali, saranno consentiti per le ragioni previste dal nuovo dpcm Conte. In altri termini oltre che per le esigenze lavorative, quelle di salute e di necessità, ci si potrà spostare all’interno dei confini per incontrare i propri congiunti.
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Su questo il governatore Attilio Fontana ha dichiarato: “la fase 2 rappresenta una normalità che ci comporterà una serie di piccole rinunce, ma che ci dovrà imporre stili di vita diversi da quelli che abbiamo sempre avuto. Se i cittadini continueranno con questo impegno, credo che ci sarà presto anche la fase 3 in cui il virus scompare e speriamo arrivino i vaccini”.
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Per limitare gli spostamenti delle persone, vista la riapertura di molte aziende, sarà importante confermare lo Smartworking o l’uso di auto private laddove possibile. Per chi invece si dovrà muovere con i mezzi pubblici, sono state previste delle misure per il mantenimento delle distanze, in metro ad esempio. Tuttavia i gestori ritengono che quando tutti torneranno a circolare, sarà impossibile garantire la distanza di un metro fra passeggeri.
Per ora si cercherà di evitare afflussi esagerati, cercando di scaglionare il più possibile le uscite dagli orari di lavoro. Tutti gli spostamenti richiederanno comunque l’uso delle mascherine, che Fontana aveva reso obbligatorie già da tempo in tutta la regione, perfino all’aperto.
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Fase 2 in Lombardia: le riaperture
Per quanto riguarda le riaperture, Fontana ha dichiarato di essere deluso dalle decisioni prese dal premier Conte. Queste, infatti, prevedono la ripartenza dei negozi dal 18 maggio, mentre i bar, i ristoranti, i parrucchieri e i centri estetici solo dal 1 giugno.
Al riguardo il governatore ha affermato che avrebbe preferito una riapertura anche solo parziale da subito, così come i commercianti. Al momento la Lombardia seguirà il calendario deciso dal governo, ma non si esclude che il governatore possa intervenire per far riaprire prima alcune specifiche attività commerciali.
Ad esempio sui mercati scoperti nei comuni lombardi, ha già preso una posizione netta. Infatti dal 29 aprile, come riporta ansa news, un’apposita ordinanza regionale consente di svolgere tale attività. Qui potranno esserci solo i prodotti alimentari, con regole precise per garantire la sicurezza di tutti, come scritto dal governatore Fontana sulla sua pagina Facebook.
Inoltre, la regione ha fatto sapere, tramite un comunicato, di essere al lavoro con Prefettura, Comune e Arcidiocesi di Milano, per riaprire le chiese e svolgere le celebrazioni religiose. Il tutto nella massima sicurezza e nel rispetto del distanziamento fra le persone e dell’uso dei dispositivi di protezione, come guanti e mascherine.
Dunque la Lombardia cerca di smarcarsi rispetto a quanto previsto dal nuovo dpcm Conte, che non consente lo svolgimento delle messe in questa prima parte della fase due, per evitare assembramenti.
Fase due Milano riaperture
Oltre alla misure previste dalla regione per gli spostamenti, al fine di minimizzare i rischi sui mezzi pubblici, ci sono alcune novità anche per Milano.
I parchi pubblici potrebbero essere riaperti già dal 4 maggio, per permettere alle persone di passeggiare, mantenendo le distanze. Ovviamente in questo caso non sarà possibile garantire un controllo capillare di ogni area e per questo bisognerà affidarsi al buon senso di ognuno. Ci saranno comunque regole rigide, specie per quanto riguarda i runner.
Da giugno, invece, quando riapriranno bar e ristoranti, l’idea espressa già dal sindaco Sala è di compensare le riduzioni di tavoli nelle sale chiuse con posti all’aperto. Per questo ci saranno zone maggiormente pedonalizzate e la sospensione, per gli operatori, della tassa sull’occupazione del suolo pubblico.
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Questo è quanto, la regione Lombardia e la città di Milano, si apprestano a vivere la fase due in questo modo. Con qualche dubbio sulle decisioni del governo, soprattutto per l’economia di un territorio così produttivo, ma anche nella consapevolezza dei problemi causati da coronavirus.
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Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web