Elezioni italiane 2018: il paese dopo il voto è senza maggioranza. Mercati in apprensione e le ultime news dalla stampa estera
Le elezioni italiane 2018 indicano una chiarissimo cambio del vento nel paese. Un trionfo dei partiti “anti-sistema”, in primis i Cinquestelle che arrivano a superare il 30% dei consensi e si attestano ad essere, ampiamente, il primo partito d’Italia.
Vittoria (a metà ) dei Cinque stelle
A spoglio quasi ultimato i Cinque Stelle sono dati quasi al 32%. Una vittoria nettissima che però si porta dietro una difficoltà . Come utilizzare quella pattuglia parlamentare? Se il partito di Di Maio rifiuta le alleanze come potrà arrivare a costruire una maggioranza? La sua vittoria appare molto ampia nella portata numerica ma ancora tutta da valutare politicamente.
In qualche caso i big Cinque Stelle hanno parlato di “trovare maggioranze sul programma”, ma quali potrebbero essere i partiti disposti a legarsi con loro? La Lega su alcuni tempi antieuropeistici e sulla revisione dell’Euro? La sinistra (quello che ne resta) sulle tematiche del lavoro o sul reddito di cittadinanza? Il Pd? Si può credere a un accordo tra Cinque Stelle e quello che era chiamato Pd meno L?
Certo ritrovarsi all’opposizione con un terzo dei voti raccolti sarebbe abbastanza fuori dal normale, ma il rischio per i grillini è concreto. Comunque ai Cinque Stelle mancherebbero 80-90 voti alla Camera e 40 al Senato per la maggioranza, molto difficile ma forse non impossibile coprirli.
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L’impossibile Grossa Coalizione
Se i numeri per una Grossa Coalizione mancavano prima, ancora di più mancano ora con Forza Italia dietro la Lega e sotto il 14%, con il Pd crollato sotto il 20%. Anche raccogliendo i piccoli partiti, anche cercando nuove adesioni in altri movimenti, la Grossa Coalizione in Italia è lontanissima dalla maggioranza. L’assetto di un nuovo esecutivo dovrà quindi fondarsi su altre possibili alchimie. Quali? Molto difficile immaginarlo ora.
Difficile anche che si rivada ad elezioni, senza aver approvato una legge che possa dare una stabilità di fronte ad un’Italia tri o quadripolare come è quella attuale.
Ce la farà , probabilmente, il centrodestra
Numericamente l’ipotesi potrebbe essere la più realistica. La destra è a quota 130-135 senatori (maggioranza a 157) e 250-255 deputati (maggioranza 316) Quindi sicuramente la coalizione è più vicina a raggiungere l’obiettivo anche se la distanza non è poca. Vanno valutati gli eletti all’estero, i Cinque Stelle che saranno allontanati dal partito, i possibili transfughi da altri gruppi. Insomma un governo Salvini o Tajani potrebbe non essere del tutto impossibile.
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La difficile palla in mano al Quirinale
Mentre le borse aprono in calo del 2% e lo spread si alza di 10 punti, la palla, difficilissima, passerà al presidente della repubblica Mattarella che, come molte volte è accaduto negli ultimi anni, avrà un ruolo centrale nel tentare di dare una svolta alla situazione, una svolta che tenga conto anche delle “richieste” internazionali per il nostro paese (mercati, Europa, alleanza atlantica, insomma tutti i settori strategici in cui siamo coinvolti e dove dobbiamo dare garanzie).
Le reazioni all’estero alle elezioni 2018 e le news della stampa
I media internazionali hanno naturalmente sottolineato la vittoria di quelli che hanno indicato come i “partiti populisti”. Ormai il declino dei partiti tradizionali, conservatori e socialisti, è palese in tutta Europa. Movimenti nazionalisti, anti-Europa, genericamente antisistema sono in grande crescita e segnalano anche le difficoltà di affacciarsi all’elettorato delle vecchie sigle.
Bloomberg parla di populisti che distruggono l’establishment, il Guardian descrive il trionfo della “populist wave”. L’Economist sottolinea che nessuno però ha la maggioranza, il New York Times parla della grande crescita dei populisti e dell’estrema destra.
In generale tutti si chiedono “Cosa succederà ora?” ed è un po’ quello che anche gli elettori e gli analisti nostrani si domandano.