Berlusconi “ha apprezzato e valutato positivamente il comunicato del presidente della Repubblica sui tempi della crisi” e a quanto sembra, anche la possibile nomina di Mario Monti per un governo di larghe intese.
L’apertura al governo Monti o comunque a un esecutivo di larghe intese era nell’aria del vertice di ieri sera a palazzo Grazioli. Il Pdl si presenta in queste ore come una polveriera. L’uscita di Maurizio Lupi e quanto sostenuto nemmeno troppo riservatamente da big del calibro di Cicchitto e Frattini lasciava pensare che Berlusconi affrontasse il bivio Monti senza preclusioni.
In realtà ieri Alfano aveva dovuto registrare forti perplessità di alcuni ministri, come Gelmini, Romani e Meloni (al pari della Dc di Rotondi e di Andrea Ronchi), all’idea Monti. Favorevoli, invece, Fitto e Frattini, Lupi e altri ex socialisti.
Nel frattempo all’interno del Pdl si sta consumando una sorta di diaspora. Gli scajoliani lavorano a una lettera e a un nuovo gruppo, assieme agli altri dissidenti. Ma almeno dieci parlamentari pidiellini e alcuni senatori hanno avuto contatti con l’ala dissidente. L’ipotesi del sostegno pidiellino al governo tecnico ha poi congelato la trattativa, ma la fuga è ormai in via di pianificazione.
La Lega, poi, è totalmente contraria all’ipotesi: “E’ bello stare all’opposizione…”. Così ha commentato ieri il Senatur l’ipotesi di un esecutivo di larghe intese in cui il Carroccio “non ha alcuna intenzione di entrare”, ribadiscono tutti. Anche i maroniani, che smentiscono seccamente una ‘disponibilità ’ del ministro a far parte di un eventuale esecutivo Monti, ipotesi circolata in ambienti Pdl.
Umberto Bossi ha spiegato che “tendenzialmente vogliamo andare al voto”. Ma se non sarà possibile, si sottolinea, la Lega non minaccerà sfracelli e barricate contro il governo tecnico anche se questo non vuol dire che il Carroccio farà sconti al nuovo ipotetico esecutivo: “Non ci taglieremmo le vene. Anzi, ci divertiremo a fare una campagna elettorale lunga un anno – spiega un dirigente leghista – e recuperemo la verginità dopo il rapporto con Berlusconi”.
Se davvero dovesse spuntarla Mario Monti, potrebbe avvalersi della collaborazione di Giuliano Amato.