Mentre il paese sta con il fiato sospeso aspettando una risposta dalla politica che, in parte dall’opposizione c’è stata con la manifestazione di disponibilità a discutere in senso costruttivo la “manovra”. Da parte del premier c’è un silenzio assordante. Dal giorno della sentenza d’appello sul risarcimento alla Cir per il Lodo Mondadori non parla. Silenzio, scrive la Stampa in prima pagina, “pesante, incomprensibile, destabilizzante” e “le ultime parole del premier raccolte all’estero (e rilanciate dai grandi giornali internazionali come segnale negativo) risalgono alla settimana scorsa ed erano critiche rivolte al ministro Tremonti garante” della “manovra”.
Il governo sembrerebbe, almeno per quanto captato da alcune voci interne alla maggioranza, disponibile al confronto con le opposizioni ma anche a porre la fiducia sulla manovra se necessario. Questa la linea del governo per dare un segnale forte ai mercati a fronte dell’attacco speculativo contro l’Italia. Per oggi è prevista a Palazzo Madama la riunione dei capigruppo dove maggioranza e opposizione avvieranno le prove di dialogo sull’approvazione del documento economico varato dal governo.
L’obiettivo primario è chiudere in fretta, e sull’accelerazione punta anche l’opposizione. In ogni caso – spiega a Repubblica il ministro degli Esteri, Franco Frattini, bisogna fare “in fretta perché il tempo gioca contro di noi”. La carta della fiducia resta: “può servire vista la rapidità con cui dobbiamo rispondere ai mercati, ma l’importante è che in Senato ci sia una considerazione e accordo sugli emendamenti dell’opposizione. Se poi ci dovesse essere ostruzionismo allora potrebbe servire accorciare i tempi”. Dice Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, al Messaggero: “valuteremo” le proposte delle opposizioni, “si tratta di capire” se “saranno fatte per mera testimonianza o se invece avranno un contenuto responsabile”, l’importante “è che la manovra sia approvata rapidamente”.