Il premier è tornato ieri di fronte alla stampa annunciando la messa in atto dei cinque punti di governo: l’attuazione del federalismo fiscale sarà approvato dal Consiglio dei ministri giovedì mattina alle 8,30. Poi passerà al vaglio del Parlamento. Calcolando i tempi necessari, potrebbe diventare legge già il prossimo marzo. Tra due settimane si svolgerà quello sulla giustizia, seguito da quello su sicurezza e immigrazione
Quello dedicato al piano di sviluppo per il Sud, invece, sarà il quarto della serie e si svolgerà in una città del Mezzogiorno. Per poi finire con una seduta dedicata alla riforma tributaria che conterrà , ha promesso il capo dell’esecutivo, un abbassamento della pressione su famiglie e imprese, in particolare con il «quoziente familiare e la riduzione dell’Irap».
Quanto al possibile voto anticipato, Berlusconi ha spiegato di non averlo mai minacciato: «Sono sempre stato convinto che non si dovesse andare alle elezioni e che queste sarebbero state un grosso guaio» ha detto. Berlusconi ha poi annunciato l’invio a tutte le famiglie italiane di un libro sui provvedimenti adottati in due anni di attività del governo. Si tratta di un’iniziativa del Pdl e no di Palazzo Chigi.
Dall’opposizione i primi commenti. Pier Luigi Bersani: «Berlusconi racconta sempre le solite cose, Il federalismo c’è ogni settimana e la riduzione delle tasse la promette da quindici anni…». Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha invece notato che, abbandonando l’idea del ritorno alle urne, «Berlusconi è rinsavito» perché il voto anticipato sarebbe stato «una fuga dalle responsabilità ». «Piuttosto vorremmo meno promesse e più fatti, anche oggi ha fatto un elenchino di promesse ma i fatti sono ben lungi da verificarsi».
7 ottobre 2010
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