Il premier, dimenticando tutti i problemi che lo investono, o facendo finta che non esistano, scrive al Corriere della Sera per discutere della sua contrarietà all’inserimento di una tassa patrimoniale, e offre a Bersani una proposta per “agire insieme al parlamento, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana”. Inoltre, si dichiara “preoccupato come e più del presidente Napolitano” dalla “particolare aggressività che, per ragioni come sempre esterne alla dialettica sociale e parlamentare, affligge il sistema politico”. Ieri, intanto, proprio dall’opposizione, per bocca di Massimo D’Alema, in un’intervista a Repubblica e dopo negli studi di “In mezz’ora” si apre all’ipotesi di andare subito alle elezioni e di presentarsi con una coalizione allargata fatta di partiti con vocazione diversa e composta da tutte “quelle persone serie e responsabili che vogliono muoversi nell’interesse del Paese”. Insomma, una coalizione non aperta al Pdl, ma che comprenda per il resto tutte le forze dell’attuale opposizione, soprattutto il Terzo Polo e con uno spiraglio anche per la Lega. Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, apre, ma usando una serie di condizionali. “Se si dovesse andare a elezioni su una battaglia privata del presidente del Consiglio contro giudici, con la politica degli insulti che da chi governa il Paese dovrebbe essere messa alla gogna, la riflessione di D’Alema dovrebbe essere presa in considerazione, ma con discorso chiaro e franco perché vorrebbe dire che siamo in una situazione di emergenza”. Più dubbioso il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino, che spera ancora “di poter scongiurare la crisi” istituzionale con “le dimissioni di Berlusconi”. Qualora il Premier abbandonasse palazzo Chigi, infatti, per il finiano “si potrebbe dar vita a un governo responsabile guidato da un esponente della maggioranza che ha vinto le elezioni, indicato dallo stesso Premier, e sostenuto da tutte le forze disponibili a fare provvedimenti utili al Paese e a svelenire il clima politico.
31 gennaio 2011
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