Infusi e tisane in gravidanza: è vero che possono nuocere alla salute della mamma?
Cosa c’è di più naturale e salutare di una bella tisana o di un infuso di erbe? Magari per tenere a bada l’acidità di stomaco o la nausea o per combattere la stitichezza. Chissà quante mamme in attesa lo pensano. Sbagliando. Attenzione, infatti, perché durante la gravidanza questi prodotti vegetali sono dei falsi amici.
La loro origine naturale non garantisce da sola la sicurezza e l’efficacia né protegge dal rischio di possibili effetti collaterali in soggetti vulnerabili. La gravidanza e l’allattamento sono due momenti molto delicati per la salute della donna e del bambino e l’assunzione di tisane, infusi e integratori alimentari, in questo periodo va ridotta o, a seconda del tipo di prodotto, eliminata.
In ogni caso va sempre controllata da un medico specialista. Attenzione anche alla somministrazione ai bambini piccoli. Il Ministero della Salute, attraverso la Commissione unica per la dietetica e la nutrizione, ha reso pubblico un documento nel quale viene messo in evidenza come questi prodotti, non solo non sono utili nel combattere alcune patologie ma addirittura potrebbero essere rischiosi per la salute. La cosa più importante è quella di non improvvisarsi erboristi, facendosi preparare infusi o tisane a base di erbe in erboristeria, solo perché da qualche parte si è letto che fanno bene.
Molto più saggio è acquistare prodotti già controllati con un’etichetta che riporti tutti i componenti contenuti, con le relative istruzioni, avvertenze e controindicazioni. E’ meglio che l’assunzione di questi preparati sia preventivamente valutata dal proprio medico che potrà esaminare ogni singolo caso per stabilire se sia consigliabile inserirli nella dieta delle mamme. Anche mescolare tisane e infusi con i farmaci può alterare la funzione di questi ultimi, provocando in alcuni casi effetti indesiderati.
Da evitare:
In particolare, in gravidanza sono sconsigliate le tisane che contengono radici di china (la pianta da cui si ricava il chinino) che solitamente si trovano, ad esempio, negli infusi digestivi. Sono stati registrati casi di mamme in attesa che, dopo averle assunte, hanno avuto contrazioni precoci anche per 2 o 3 giorni. La radice di china, infatti, è uno stimolante uterino e, se siete già predisposte, potrebbe portare a un aborto spontaneo. Da evitare anche se siete a minaccia di parto pre-termine.
Sconsigliate anche le tisane al finocchio, permesse invece durante l’allattamento in cui svolgono anche la funzione di prevenire le colichette del neonato. Cartellino rosso per il rabarbaro: il suo uso è controindicato non solo durante la gravidanza ma anche durante l’allattamento perché l’antrachinone passa in modeste quantità nel latte materno.
Alcuni ginecologi, in gravidanza sconsigliano anche il thè verde perché i flavonoidi, di cui è ricco, possono provocare mutazioni a livello cellulare ed è bene farsi consigliare anche sull’assunzione di camomilla. Meglio evitare quella preparata in erboristeria e preferire quella già confezionata in bustine che si trova al supermercato in cui il quantitativo del principio attivo che può provocare contrazioni uterine è più basso. Attenzione anche agli infusi a base di liquirizia, zenzero, aloe vera e al the nero.
Se siete abituate a bere tisane e non volete rinunciarvi, il consiglio è di rivolgervi a un’erboristeria e farvi preparare una tisana solo a base di frutta. Ce ne sono di buonissime ai frutti di bosco, alla vaniglia o ad altri tipi di frutta essiccati che non hanno controindicazioni.
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